Morte Chris Abom, spedizione punitiva dal pirata della strada: «Esci e ti uccidiamo»

Sarebbero stati una trentina gli uomini che, secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, hanno lanciato sassi contro la porta d’ingresso della casa di Davide Begalli. L’uomo, attualmente agli arresti domiciliari per aver travolto e ucciso con la propria auto il calciatore 13enne Chris Obeng Abom, di origini ghanesi. La spedizione punitiva è proseguita con calci e pugni alla porta, oltre a numerose minacce di morte all’indirizzo dell’uomo.

L'uomo che ha travolto e ucciso Chris Abom è stato preso di mira da una trentina di individui che lo hanno minacciato con una vera spedizione punitiva

Il racconto del legale: «Erano una trentina»

Corriere del Veneto ha raccolto le dichiarazioni dello stesso Bengalli, rilasciate tramite il legale Massimo Dal Ben: «Erano una trentina, tutti uomini di colore, la maggior parte con il volto travisato da bandane e t-shirt. Lanciavano sassi contro la porta d’ingresso, la prendevano a calci, pugni e bastonate. Urlavano “Vieni fuori che ti ammazziamo, dopo la morte di Chris non abbiamo più niente da perdere”». L’avvocato continua: «In quel momento il mio assistito si trovava nella casa della compagna insieme al figlio minorenne della donna. È stato un autentico raid punitivo, gridavano di volerlo uccidere. L’uomo e il ragazzo hanno cercato in ogni modo di bloccare la porta dall’interno per impedire a quelle persone di buttarla giù. Il mio cliente adesso ha la spalla dolorante, alla fine quegli uomini se ne sono andati sentendo che l’aggredito stava chiamando i carabinieri».

Dal Ben: «Hanno promesso di tornare. Fatto gravissimo»

E l’avvocato poi racconta cos’è successo al momento dell’allontanamento: «Hanno promesso che sarebbero tornati presto a riprenderlo e che non finiva lì. Ora sia il mio cliente che il minore che ha vissuto la terribile esperienza insieme a lui sono impauriti e terrorizzati, non sanno come proteggersi e temono che quelle persone tornino presto, magari di notte. Ciò che è appena accaduto è gravissimo, da giorni l’uomo è destinatario di una pesantissima gogna mediatica, pertanto chiedo per lui e per i suoi familiari più sorveglianza e più tutela, ciò che è avvenuto non deve ripetersi più».

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