Archivio
- Ottobre 2024 (37)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
Molestie nelle agenzie pubblicitarie a Milano e i commenti della «Chat degli 80»
Prevenzione, sensibilizzazione, educazione sentimentale, o forse è meglio punire e puntare su un inasprimento delle pene? La questione è aperta, e mentre si cerca di trovare soluzioni per insegnare agli uomini e ai ragazzi come «vedere» le donne, oltre al sessismo, la verità è che gli ambienti di lavoro sono ancora lontani dall’essere considerati come sicuri. Il nuovo Metoo che in queste settimane sta investendo le agenzie pubblicitarie a Milano, sembra destinato ad aumentare. Massimo Guastini, noto pubblicitario intervistato da Fanpage, parla infatti di un «atteggiamento sistemico», riferendosi a diverse aziende che, per anni, hanno perpetrato gli stessi comportamenti, riferendosi alle violenze fisiche, psicologiche, di cui decine di donne sarebbero state vittime. Donne che nelle ultime settimane hanno deciso di denunciare, raccontando di aver subito molestie in alcune agenzie pubblicitarie a Milano (e non solo) da parte di capi e colleghi.
Milano, aumentate le denunce per molestie nelle agenzie pubblicitarie
Guastini, rispondendo alle domande della gornalista Ilara Quattrone, ha dichiarato: «Questa denuncia sta diventando corale ed è importante che parta e prenda corpo in un settore così avanzato, come quello della pubblicità, e in una città così moderna e progressista come Milano. Fin dall’inizio ho voluto rafforzare alcuni timidi tentativi di raccontare quanto accade in questo mondo. A mio parere è emblematico che nasca nel settore della pubblicità: il fatto che si verifichi in questo comparto e in una città così moderna come Milano, ci spinge a fare una riflessione che non può più essere rimandata: cosa capita nel resto d’Italia e quali orrori si consumano ogni giorno? Nel profilo Instagram di una copy, Taniume, vengono pubblicate ulteriori testimonianze: «Put*** arrogante, chissà quanti pom*** hai fatto per essere qui» e ancora «Mi umiliava, mi metteva le mani sul collo, mi scherniva, quando se ne è andato ho iniziato a vivere»; «Ho passato un anno ad andare in terapia per dimenticare quello che mi dicevano in ufficio». Ma le testimonianze non si fermano «Mi facevano notare come tutti mi volessero, quanto fossi bella; ero sempre sessualizzata e in imbarazzo».
Molestie agenzie pubblicitarie a Milano e la «Chat degli 80»
Il pubblicitario prosegue facendo riferimento al recente lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi: «È importante, per me, che questa denuncia stia diventando corale. Potrebbe essere la dimostrazione che esistano ancora anti corpi culturali. E che ci siano, in un Paese dove la scorsa settimana è stato celebrato il lutto nazionale per una persona che con i suoi palinsesti e il suo esempio personale nella relazione con il femminile è stato determinante nel portarci a quello che siamo oggi e al modo di raccontare e percepire le donne». Guastini arriva poi alla cosiddetta «Chat degli 80», in cui oltre ottanta uomini condividevano e commentavano fotografie di colleghe in una nota agenzia di Milano. Come riportato da MilanoToday, si è scoperto che l’agenzia è We Are Social, un colosso della comunicazione fondato nel 2008, con oltre 1.000 dipendenti e uffici in tutto il mondo. Nella chat decine di messaggi su «quanto sono sco***, fighe, ribaltabili o cesse le colleghe» con «messaggi espliciti, degradanti e umilianti». Venivano inoltre lanciate quelle che sono state definite delle sfide: «Si lanciava lo scontro diretto e si esprimevano giudizi e pareri su chi doveva passare il turno. Chi ha le tet*** più grosse? Chi il cu*** più tondo? Chi deve essere sco*** a forza ma con un sacchetto in testa perché cessa?».