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Meloni premier d’Albania, i gadget Rai e gli altri spifferi post Ferragosto
Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia (si chiamava proprio così, ma non dite al ministro della Cultura Sangiuliano che l’ultimo nome del sovrano era Gennaro altrimenti spernacchia a vita il monarchico Antonio Tajani) era re d’Italia e d’Albania, e imperatore d’Etiopia. Come presidente del Consiglio, Giorgia Meloni si è portata avanti stringendo patti con le nazioni africane, a cominciare dall’Etiopia dove ha annunciato sostegno al processo di pace e aiuti umanitari, cooperazione per lo sviluppo dell’industria e delle infrastrutture e gestione dei migranti. La presenza meloniana nel Corno d’Africa è stata sbandierata come quella della «prima leader di un Paese occidentale a sbarcare in Etiopia dopo la fine delle ostilità in Tigrai», affermando che «l’Etiopia è un Paese la cui stabilità è fondamentale, Paese con il quale l’Italia vanta storiche relazioni che io intendo rafforzare ulteriormente», senza dimenticare di annunciare il fantomatico “Piano Mattei” che a Palazzo Chigi nessuno conosce. Ora tocca all’Albania.
Ma che ci fa Giorgia a Tirana?
Chat bollenti quelle dei Fratelli d’Italia sulla presenza della famiglia Meloni in terra albanese. Ecco le ipotesi più divertenti, alcune verosimili, che sono circolate tra i suoi “confratelli”. La prima: «Giorgia propone a Edi Rama di prendere un direttore per la televisione albanese, ha pronto il nome, Andrea Giambruno». E gira anche una vignetta simil-Osho con la Meloni accanto al suo collega di Tirana con lei che dice «che te serve un giornalista alla tivvù tua, c’ho uno bravo che non vede l’ora de sta qui, se vuoi te spiccia pure casa». Ovviamente si tratta del compagno che lavora a Mediaset e che nelle scorse settimane aveva creato non pochi problemi a Giorgia. La seconda: «La masseria in Puglia costa troppo e Giorgia giustamente ha pensato di risparmiare cogliendo al volo l’invito in Albania». La terza: «Giorgia voleva incontrare un ex inquilino di Palazzo Chigi del calibro di Massimo D’Alema, amicissimo di Edi Rama, lontano da occhi indiscreti, e hanno cenato lì». La quarta: «Giorgia non voleva incontrare Daniela Santanchè che era pronta a organizzare una conferenza stampa sul turismo nel giorno di Ferragosto». La quinta: «Giorgia ha deciso di stare lontana dall’Italia il 15 agosto altrimenti il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano la invitava a visitare tre musei in giornata più a presenziare a una conferenza stampa al Colosseo».

Alla Rai non sanno dove mettere i gadget
Gli appalti della Rai sono sempre interessanti, anche adesso che al vertice c’è Giampaolo Rossi, coadiuvato da Roberto Sergio. L’ultimo è da incorniciare: «Servizio di magazzinaggio di omaggi, gadget, premi e di gestione vincitori dei concorsi a premi indetti dalla Rai- Radiotelevisione Italiana». L’importo è di sicuro interesse, visto che vengono messi in palio 335 mila euro. Alcune disposizioni sono davvero singolari: «Per esigenze funzionali al mantenimento dei livelli di servizio richiesti, il magazzino dovràessere ubicato a una distanza il cui tempo di percorrenza da Viale Mazzini, 14 – Roma non dovrà essere superiore a novanta (90) minuti per singolo viaggio. I riferimenti dei tempi di percorrenza che saranno valutati sono quelli individuati nel sito internet https://www.viamichelin.it/web/Itinerari, che non considerano i tempi di transitabilità in base al traffico del momento, ma i tempi della percorrenza media necessari al trasferimento dal magazzino indicato dall’aggiudicatario alla sede Rai suindicata».

Ma che ci devono mettere dentro a questo deposito? L’elenco fornito «a titolo esemplificativo» è formidabile: «Oggetti di cancelleria (penne, blocchi, agende, ecc.), piccola gadgettistica (oggetti da scrittoio, sveglie, radioline, carte da gioco, ecc.), abbigliamento (magliette, cappellini, felpe, ombrelli, ecc.), orologi da polso di vari modelli, pelletteria (borse portadocumenti, portacomputer, portafogli, portamonete, ecc.), valigeria (rigida e morbida, ecc.), articoli sportivi (biciclette, zaini, ecc.), dvd, cd, libri, ecc., giocattoli vari, piccoli elettrodomestici (forni microonde, tostapane, macchine del caffè, scope elettriche, ecc.), grandi elettrodomestici (frigocongelatori, lavatrici, ecc.), elettronica (tablet, TV – tutte le dimensioni, radio, macchine fotografiche, ecc), telefonia (smartphone, ecc), oggetti da arredo (centri tavola, cornici, ecc.), prodotti alimentari (pasta, olio, vino, prodotti deperibili, ecc.)». Più che un magazzino sembra una dispensa di famiglia…