Maturità 2023, le tracce della prima prova: Moravia, Quasimodo e Piero Angela

Come ogni anno, alle 8:30 è stata inviata la chiave del ministero dell’Istruzione che ha sbloccato le tracce della prima prova della maturità 2023. Tra gli autori presenti c’è Salvatore Quasimodo con la poesia Alla nuova luna contenuta nella raccolta La terra impareggiabile. Ma anche Alberto Moravia, con un passaggio de Gli indifferenti, e Federico Chabod con un estratto da L’idea di nazione. Tra le tracce proposte ci sono anche il brano Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp tratto da un testo di di Marco Belpoliti, un estratto del libro-testamento di Piero Angela e una lettera all’ex ministro Patrizio Bianchi sugli esami.

Le tracce della prima prova della maturità 2023

Queste le indicazioni che gli studenti hanno trovato, una volta aperto il plico, per ogni tipologia:

  • Analisi del testo (tipologia A): Alla nuova luna di Salvatore Quasimodo e Alberto Moravia con un brano tratto da Gli indifferenti
  • Testo argomentativo (tipologia B): L’idea di Nazione di Federico Chabod, Dieci cose che ho imparato di Piero Angela, Intervista con la storia di Oriana Fallaci
  • Tema di attualità (tipologia C): Lettera aperta al Ministro Bianchi sull’esame di maturità ed Elogio dell’attesa nell’era di Whatsapp di Marco Belpoliti

Superata la fase dell’emergenza sanitaria, quest’anno l’esame è tornato definitivamente alla normalità con due prove scritte a carattere nazionale (decise dal ministero) e un colloquio orale, commissari interni ed esterni e svolgimento delle prove Invalsi come requisito di ammissione. Domani la seconda prova scritta, sempre in contemporanea in tutti gli istituti, elaborata dal ministero e diversa a seconda dell’indirizzo e delle materie: al liceo Classico verterà su latino, allo Scientifico su matematica, al liceo Linguistico sulla prima lingua e cultura straniera.

La poesia di Quasimodo

Questi i versi di Salvatore Quasimodo scelti dal ministero per l’analisi del testo:

«In principio Dio creò il cielo
e la terra, poi nel suo giorno
esatto mise i luminari in cielo
e al settimo giorno si riposò
Dopo miliardi di anni l’uomo,
fatto a sua immagine e somiglianza,
senza mai riposare, con la sua
intelligenza laica,
senza timore, nel cielo sereno
d’una notte d’ottobre,
mise altri luminari uguali
a quelli che giravano
dalla creazione del mondo. Amen».

La lettera al ministro Bianchi

La lettera fu scritta durante il periodo della pandemia e invitava l’allora titolare dell’Istruzione a reintrodurre le prove scritte alla maturità. Ecco un estratto: «Lei sarebbe orientato a riproporre un esame di maturità senza gli scritti come lo scorso anno, quando molti degli stessi studenti, interpellati dai giornali, l’hanno giudicato più o meno una burletta. Nonostante i problemi causati dalla pandemia, per far svolgere gli scritti in sicurezza a fine anno molte aule sono libere per ospitare piccoli gruppi di candidati. E che l’esame debba essere una verifica seria e impegnativa è nell’interesse di tutti. In quello dei ragazzi – per cui deve costituire anche una porta di ingresso nell’età adulta – perché li spinge a esercitarsi e a studiare, anche affrontando quel tanto di ansia che conferma l’importanza di questo passaggio. Solo così potranno uscirne con soddisfazione. È nell’interesse della collettività, alla quale è doveroso garantire che alla promozione corrisponda una reale preparazione. Infine la scuola, che delle promozioni si assume la responsabilità, riacquisterebbe un po’ di quella credibilità che ha perso proprio scegliendo la via dell’indulgenza a compenso della sua frequente inadeguatezza nel formare culturalmente e umanamente le nuove generazioni. Non si tratta quindi solo della reintroduzione delle prove scritte, per molte ragioni indispensabile (insieme alla garanzia che non si copi e non si faccia copiare, come accade massicciamente ogni anno), ma di trasmettere agli studenti il messaggio di serietà e di autorevolezza che in fondo si aspettano da parte degli adulti».

 

 

 

 

 

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