Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
L’ex premier israeliano Ehud Barak: «Netanyahu ha lasciato Gaza ad Hamas»
«Questo è il momento dell’unità, perché abbiamo subito l’assalto più devastante da quando è nata la nazione. Netanyahu ha perso la fiducia della gente e dei soldati, i suoi stanno già manovrando perché in futuro possa tentare di negare le responsabilità. Per lui arriverà il giorno del giudizio, molto prima di quanto si pensi». Sono le parole dell’ex primo ministro israeliano Ehud Barak, tra i più importanti politici della storia del paese, in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera.
La strategia di contenimento di Hamas «è stata un fallimento»
In merito alla strategia di contenimento di Hamas portata avanti da Bibi, l’ex premier israeliano ha detto: «È un fallimento senza precedenti a tutti i livelli. I vertici hanno coltivato per anni l’idea che Hamas potesse essere addomesticato. Netanyahu in particolare ha lasciato che il Qatar portasse milioni di dollari in contanti ai fondamentalisti. Sperava di tenerli buoni pagando tangenti e alla comunità internazionale ripeteva: vedete, come posso negoziare con Abu Mazen se controlla solo metà dei palestinesi? Intanto Hamas si rafforzava». Ehud Barak ha poi parlato del linguaggio, e dei silenzi, scelti dai generali e dei politici in queste giornate, spiegando come ci sia un «equilibrio fondamentale da trovare». «Mi sembra che i toni stiano cambiando dopo lo choc dei primi giorni, almeno nei comandi militari. Gli israeliani hanno bisogno di sentire che possono tornare a fidarsi, che possiamo di nuovo ritrovarci uniti dopo mesi di divisioni politiche, dietro a leader che capiscono la situazione. Messaggi sobri, puliti», ha aggiunto.
Le mosse dell’ex premier durante Piompo Fuso
L’ex premier è stato anche ministro della Difesa durante l’operazione Piombo Fuso, tra il 2008 e il 2009. Allora, in accordo con lo Stato maggiore, Barak decise di tagliare la Striscia di Gaza a metà, in quella che fu una delle incursioni di terra più massicce contro Hamas. «L’idea era di dividere Gaza in diversi settori per poter operare con le truppe dall’interno. Avevo bisogno di fermare i lanci di razzi e allo stesso tempo convincere l’Egitto a intervenire, a sostituirci sul campo», ha spiegato l’ex premier, ma l’allora capo dei servizi di intelligence egiziani, Omar Suleiman, gli rispose secco: «Ce l’avete tolta nel 1967, adesso ve la tenete». Ehud Barak offrì quindi l’appoggio di Israele al presidente palestinese Abu Mazen, nell’aiutarlo «a riconquistare il controllo che Hamas gli aveva tolto con le armi, ma per lui era impensabile tornare nella Striscia portato sui tank israeliani».
«Eliminato Hamas, una forza internazionale deve riempire il vuoto per 4-5 mesi»
Tornando al presente, Ehud Barak ha indicato la roadmap che Israele, secondo lui, dovrebbe seguire: «Una forza internazionale deve riempire il vuoto per quattro-cinque mesi dopo che avremo eliminato Hamas. Fino alla possibilità di restaurare il potere dell’Autorità palestinese sulla Striscia». L’ex premier ha detto di aver trovato conforto dopo la nomina di due ex alti ufficiali militari del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz e Gadi Eizenkot, nella convinzione che avrebbero apportato esperienza e coerenza al processo decisionale, in un momento di mancanza di fiducia da parte di tutti i livelli del paese nei confronti del primo ministro Netanyahu.