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L’eredità della Wagner post Prigozhin in Africa e gli interessi incrociati
Dopo la morte del fondatore e leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, il 23 agosto 2023, il destino della compagnia paramilitare russa si è fatto nebuloso sia in Russia sia in Ucraina, dove ha dato per più di un anno un contributo notevole all’esercito di Mosca. Sembra invece più sicuro che il gruppo continuerà a operare in Africa per non perdere il capitale di investimenti, relazioni e fiducia. O almeno tenterà di farlo. Lo pensano diversi analisti e lo ha annunciato la stessa Wagner tramite una dichiarazione rilasciata attraverso il canale Telegram del defunto Prigozhin: il gruppo è ancora operativo e non ha intenzione di sciogliersi. Wagner è stata particolarmente attiva in Mali, dove sostiene le forze militari locali contro i ribelli della Coalition des Mouvements de l’Azawad e altre milizie jihadiste, ma ha ancora dei contratti da onorare anche in Repubblica Centrafricana e Sudan. La domanda da farsi allora è: chi erediterà il tesoro di Prigozhin?
Protezioni alle élite al potere, ma pure interessi economici non ufficiali
Facciamo un passo indietro: Wagner, ufficialmente Wagner Pmc, è una società di sicurezza privata creata nel 2014 da Prigozhin, uomo allora vicino al presidente russo Vladimir Putin. Di chiaro stampo filo nazista, i suoi mercenari, meglio pagati dell’esercito russo, operano in diversi continenti e hanno fatto il gioco sporco per il Cremlino in teatri di guerra o zone di instabilità. Wagner è stata presente prima in Siria durante la guerra civile e da qualche anno è molto radicata in Africa. Nel continente africano però non addestra solo i militari locali, al fianco dei quali spesso anche combatte, non offre solo protezioni alle élite al potere, ma ha anche grandi interessi economici non ufficiali. Gestisce per esempio l’estrazione e il commercio di materie prime: oro, diamanti e legno su tutti, con un giro di denaro miliardario. Non solo: la compagnia produce localmente birra e vodka e traffica in armi e carburante. Anche per questo il controllo di Wagner in Africa è tanto appetibile.
Il “traduttore” Dimitry Sytyii: uno degli ultimi a vedere vivo Prigozhin
In questa corsa la singola figura che sta emergendo maggiormente è quella di Dimitry Sytii, per via del ruolo che già ricopriva con l’ex leader di Wagner in vita. Sytii, ha ricostruito il Wall Street Journal in un lungo articolo, ha 34 anni e un passato di studi economici tra San Pietroburgo e Parigi, dice di parlare fluentemente quattro lingue: russo, inglese, francese e spagnolo. Ha iniziato accompagnando in Africa Prigozhin per fargli da traduttore ed è stato uno degli ultimi a vederlo vivo nel suo viaggio nel continente poco prima della caduta dell’aereo su cui volava in Russia.
Gestisce anche una fabbrica di troll e altri media di propaganda
Sytii ufficialmente dirige la Maison Russe, il centro culturale russo di Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, ma secondo l’organizzazione no profit All Eyes on Wagner gestirebbe società legate ai mercenari che si occupano dell’esportazione delle preziose materie prime dal Paese, oltre a una famosa fabbrica di troll e altri media di propaganda. Il “traduttore” avrebbe poi buoni rapporti ad alti livelli con la politica centrafricana e dei Paesi confinanti. Anche se è il nome più accreditato per gestire nell’immediato almeno una parte delle relazioni e degli affari di Prigozhin, Sytii non sembra avere le entrature e la protezione necessarie in Russia, di cui invece l’ex leader godeva. E se diventerà o meno il successore di Prigozhin si deciderà probabilmente più a Mosca che in Africa.
Per la Wagner sostenimento impossibile senza l’appoggio della Russia
Il gruppo Wagner, per continuare le sue operazioni, probabilmente potrà sostenersi nel breve termine anche senza il suo leader, ma nel medio-lungo termine avrà difficoltà a farlo senza l’appoggio della Russia, pensano diversi osservatori. È quello che ha detto apertamente anche il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, a Gibuti, dove si trovava per la prima tappa di un tour dell’Africa. Tanto più che insieme al leader carismatico è venuta a mancare tutta la catena di comando di Wagner. Nello schianto dell’aereo di Prigozhin sono morti pure il suo vice Dmitry Utkin e Alexander Totmin, guardia del corpo personale e capo delle operazioni di Wagner in Sudan. Secondo Austin, citato dal magazine Foreign Policy, quello che ci aspetta ora con maggiore probabilità è una serrata competizione tra i vari ranghi delle forze di sicurezza russe per stabilire chi sarà il prossimo capo.
Gli altri nomi in campo: dal figlio Pavel agli interessi di società private
È infatti difficile credere che la successione rimanga solo un affare interno alla compagnia. Secondo alcuni, anche il figlio ventenne di Prigozhin, Pavel, avrebbe interesse nel prendere la gestione degli affari del padre, ma è troppo giovane, e senza legami solidi in Russia o in Africa per tirare le redini delle operazioni di Wagner nel continente. Mosca invece si sta già muovendo per tenere Wagner più vicino a sé dopo l’ammutinamento dei suoi mercenari che a giugno si sono fermati a soli 400 chilometri dal Cremlino. Oltre a questo, a fare gola sono ovviamente gli affari del gruppo. Secondo quanto ricostruito dal New York Times, il servizio di intelligence straniero, Svr, e l’agenzia di intelligence militare, Gru, sono entrambi intenzionati a rilevare alcune operazioni di Wagner. Anche per questo una delegazione russa guidata dal vice ministro della Difesa Yunus-bek Yevkurov e da Andrei Averyanov, capo del gruppo di élite del Gru, ha incontrato i leader di Burkina Faso e Mali, offrendo loro rassicurazioni. Lo stesso ha fatto in Libia con il maresciallo Khalifa Haftar poco prima della morte di Prigozhin. Ci sono poi altre società private russe di mercenari interessate a prendere il posto o inglobare Wagner. Una di queste, Patriot, fa capo direttamente al ministro della Difesa russo Serghei Shoigu. Un’altra, Potok, alla società energetica Gazprom.