Le partite incrociate di Torino: dalle Regionali al Politecnico, fino al centro per l’Ia e la Compagnia di San Paolo

Sono passati ormai tre anni dalla creazione di Stellantis, risultato della fusione tra Fca e Peugeot che ha consegnato ai francesi la più grande e blasonata industria privata del Paese. Da che era Fiat centrica, Torino si è trovata improvvisamente orfana del suo asset più importante e costretta a reinventarsi un’identità. Cosa che sta facendo con fatica, anche se, a detta dei notabili della città, il 2024 sarà un anno decisivo per gli equilibri all’ombra della Mole per l’intera Regione. Il cui presidente Alberto Cirio, e il centrodestra che lo ha espresso e sin qui sostenuto, a giugno si giocheranno la riconferma dopo cinque anni vissuti sull’ottovolante, tra pandemia e sogni d’autonomia. Alla Compagnia di San Paolo volge al termine il regno di Francesco Profumo, in uscita sia da Piazza Bernini che dalla pesantissima presidenza dell’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane. Ancora, l’anno che verrà sarà quello del rinnovo delle cariche dirigenziali del Politecnico, università tra le più prestigiose in Europa. Mentre resta aperto il dossier sul centro sull’Intelligenza artificiale destinato prima o poi a nascere in città.

Le partite incrociate di Torino: dalle Regionali al Politecnico, fino al centro per l'Ia e la Compagnia di San Paolo
Stefano Lo Russo, Carlos Tavares, John Elkann e Alberto Cirio (Imagoeconomica).

La corsa al Politecnico per il successore di Guido Saracco

Torino, racconta chi la conosce bene, dopo che gli Agnelli-Elkann si sono via via defilati, è rimasta orfana di un re e di una dinastia. Ma le architetture del potere cittadino non ne hanno risentito più di tanto. E tra istituzioni, accademia, finanza il nesso è forte e le sliding door notevoli. Lo testimonia il fatto che la prima partita ad aprirsi, quella per il successore di Guido Saracco alla guida del Politecnico, potrebbe influenzare con effetto domino tutte le altre. I tre nomi più gettonati a prenderne il posto sono quelli di Stefano Corgnati, Paolo Fino e Juan Carlos De Martin. Il primo, vicerettore per le Politiche Interne e membro del dipartimento di Energia, ha promesso un ateneo «a sostegno delle altre istituzioni». Fino, direttore del dipartimento di Scienza applicata e tecnologia, punta invece a rilanciare la sede di Mondovì di cui è responsabile. De Martin, professore di Ingegneria informatica, vuole mettere innovazione e sviluppo al centro di un’agenda “progressista” fondata sul diritto allo studio. Nel capoluogo sabaudo si guarda questa corsa con particolare interesse, e non solo perché c’è in ballo un giro di poltrone, ma perché costituisce un serio tentativo di programmare il futuro del territorio. In una città che, parafrasando il titolo di una biografia di Vittorio Gassman, da oramai troppo tempo il futuro lo ha dietro le spalle.

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Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino (Imagoeconomica).

Le elezioni regionali, il futuro del Centro nazionale per l’Intelligenza artificiale e della Compagnia di San Paolo

In primavera si apriranno poi altre partite decisive: le elezioni regionali con la scelta di un nuovo governatore o la riconferma di Cirio, e la successione alla Compagnia di San Paolo. Nel primo caso, lo stesso Saracco era stato a lungo corteggiato da alcuni ambienti del centrosinistra per sfidare l’attuale presidente. Ma il rettore ha fatto subito sapere che non ha alcuna intenzione di candidarsi: resterà al Politecnico fino a scadenza mandato. Che per altro finisce a marzo 2024, quindi Saracco avrebbe tutto il tempo di ripensarci e correre per insediarsi a Piazza Piemonte, l’indirizzo dove sorge il grattacielo di Fuksas che ospita gli uffici della Regione. In realtà il rettore, dopo il “gran rifiuto” per Comunali e Regionali (anche perché gli si è messa di traverso l’ex sindaca pentastellata Chiara Appendino) ormai è considerato un candidato a tutto. A lui starebbe pensando persino il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini come possibile presidente della Telt, la società italo-francese del consorzio Torino-Lione. Secondo il sempre molto informato sito locale Lo Spiffero, invece, Saracco avrebbe maggiori chance di accasarsi alla guida del futuro centro per l’Ia. Il polo potrebbe sorgere o nell’area Tne a Mirafiori o in quella della Cittadella dell’Aerospazio in corso Marche. Non sarà più l’I3A (Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale) voluto dal Conte-bis, ma il Cnia (Centro nazionale dell’Intelligenza artificiale), per il quale il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha messo sul piatto 20 milioni di euro.

Le partite incrociate di Torino: dalle Regionali al Politecnico, fino al centro per l'Ia e la Compagnia di San Paolo
Francesco Profumo, presidente Acri (Imagoeconomica).

Per sfidare Cirio, il Pd con Lo Russo pare essere orientato su Gilli o Barba Navaretti 

E in tutto questo il Pd, che a Torino esprime il primo cittadino, che partita gioca? Per le Regionali risulta a Lettera43 che il sindaco Stefano Lo Russo sia orientato su Marco Gilli, oggi addetto scientifico dell’Ambasciata d’Italia negli Stati Uniti. E predecessore proprio di Saracco. In alternativa ci sarebbe l’economista Giorgio Barba Navaretti, docente alla Statale di Milano, già editorialista de Il Sole 24 Ore e anima, nonché presidente, del Collegio Carlo Alberto. Centro di ricerca economica – a proposito di intrecci di potere – partecipato dall’Università di Torino e dalla Compagnia di San Paolo. Barba Navaretti da tempo propone per la città una ricetta centrata sull’attrazione di talenti e sul creare un contesto urbano destinato a favorire la competitività. In attesa di sapere se il suo intento di ribaltare l’attuale maggioranza in Regione avrà buon esito, il centrosinistra oltre a Torino mantiene la presa sulla più importante istituzione in campo economico-finanziario, la Compagnia di San Paolo. Il successore di Profumo sarà centrale nei rapporti con Banca Intesa e quindi con Milano. Inoltre aggiungerà a Fabrizio Palenzona una voce “torinese” nella partita per l’Acri, l’associazione che raggruppa le fondazioni bancarie su cui è ancora molto influente Giuseppe Guzzetti, che fu per tanti anni il suo dominus.  Come è noto all’Acri, dettaglio non di poco conto, spetta di nominare il presidente di Cassa depositi e prestiti, il cui cda va in scadenza la prossima primavera.

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