Le opposizioni contro la manovra, Conte: «Ridicolo attacco sul Superbonus»

Le prime linee sulla manovra presentate lunedì 28 agosto dopo il Consiglio dei ministri non sono andate giù alle opposizioni. Dal Movimento 5 stelle, tirato in causa sul Superbonus, fino al Pd. Passando per Alleanza VerdiSinistra e Azione. Il primo a dire la sua è stato il presidente dei senatori Dem, Francesco Boccia: «C’è bisogno di 30 miliardi, il governo ne ha nove». E poi attacca: «Dal Consiglio dei ministri di oggi non c’è stato un provvedimento. È stato convocato chissà perché. Hanno fatto un convegno, non un Consiglio dei ministri. Ne sono usciti dicendo che auspicano che accada qualcosa. Ma sono loro che devono dirci cosa hanno intenzione di fare». Boccia ha poi messo in dubbio le coperture: «Il disavanzo che hanno approvato col Def dice 3,7 per cento. Vuol dire che non c’è un euro. Hanno otto o nove miliardi rispetto ai 30 che servono per la manovra. Non capiamo che intenzioni hanno». Anche il leader di Azione Carlo Calenda ha criticato, sebbene con toni meno duri, l’esecutivo a cui ha chiesto  di prestare maggiore attenzione ai temi sanitari: «I soldi per la manovra sono pochi. Prima di ogni altra cosa vanno messi sulla sanità. Ogni famiglia italiana ha un genitore o un nonno (nella migliore delle ipotesi) che necessitano di cure o assistenza. L’Italia è infatti uno dei paesi con la più alta aspettativa di vita e conseguentemente con il più alto tasso di malattie croniche».

 

Conte risponde alle accuse: «Ridicolo l’attacco al Superbonus»

Giuseppe Conte ha difeso il Superbonus. Il presidente del Movimento ha attaccato la premier via social: «Ha detto di voler continuare nel solco della scorsa manovra per assecondare la crescita del Paese e per proseguire nell’aiuto alle fasce più fragili della popolazione. In quale metaverso le sue politiche hanno favorito lo sviluppo delle imprese e arginato il disagio sociale delle famiglie in difficoltà?». E poi difende i bonus edilizi da lui varati: «Ridicole accuse al Superbonus 110 per cento, già spazzate via dal Rapporto annuale della Guardia di Finanza e dal consigliere economico del ministro Giorgetti del Mef. Giorgia Meloni ha omesso di riferire che la Guardia di Finanza ha accertato che dal novembre 2021 al giugno di quest’anno sono stati sequestrati crediti fiscali inesistenti legati al Superbonus per soli 360 milioni, ovvero solo lo 0,5 per cento del valore totale dei crediti fiscali da Superbonus». Poi conclude: «Oggi abbiamo la certezza che Giorgia Meloni è disperata, al punto da dover imbastire una narrazione di comodo sulla manovra già negli ultimi giorni di un agosto che gli italiani ricorderanno per la speculazione governativa sul caro-benzina e per l’indifferenza governativa per il caro-vita».

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