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Le femministe secondo il libro di Vannacci: «Moderne fattucchiere e causa della denatalità»
Quanti hanno letto davvero il controverso libro del generale Roberto Vannacci, Il mondo al contrario? Si è parlato tanto degli attacchi diretti alla comunità Lgbtqi+ e ai migranti. Ma nel volume ci sono anche tanti passaggi contro le donne e in particolare le femministe.
Vannacci: «Il mondo femminista sostiene aborto e divorzio»
In uno dei capitoli, vivisezionati da Repubblica, si legge infatti: «Altra incredibile bordata proviene dal movimento femminista che si batte per l’emancipazione della donne. Oltre a promuovere istituzioni come il divorzio e l’aborto al suon dello slogan “tremate, tremate, le streghe son tornate” si oppone alla figura femminile intesa come madre». E aggiunge: «Le moderne fattucchiere (le femministe) sostengono che solo il lavoro e il guadagno possono liberare le fanciulle dal padre padrone e dal marito che le schiavizza condannandole a una sottomessa, antiquata, involuta ed esecrabile vita domestica». Parole che sembrano restituire la visione che il militare ha della donna: costretta a vivere in casa e pronta a occuparsi del focolaio domestico.
«Femministe causa della denatalità». Già, e i salari bassi e il lavoro precario?
E sulle donne, ancora: «La subdola propaganda anti-maternità intesa come schiavitù della donna ha sicuramente contribuito alla crisi della natalità pur non conseguendo quei tanto pubblicizzati obiettivi di emancipazione femminile». Un passaggio però destituito di ogni fondamento statistico. L’Area Studi Legacoop e Ipsos solo a maggio del 2023 ha realizzato uno studio in cui si rileva che le principali cause del problema denatalità vengono indicate negli stipendi bassi e nell’aumento del costo della vita (70 per cento), nell’instabilità lavorativa e nella precarizzazione del lavoro (63 per cento), nella mancanza di sostegni pubblici per i costi da affrontare per crescere i figli (59 per cento), nella mancanza di servizi per le famiglie diffusi e accessibili a tutti (57 per cento) e dalla paura di perdere il posto di lavoro (56 per cento, il 61 per cento tra le donne). Numeri che anzi, secondo lo studio, si scontrano con il desiderio di avere figli, manifestato chiaramente anche dai giovani: 7 su 10 ne vorrebbero almeno due.
«La parità di genere? Uno dei mali di questo secolo»
Vannacci poi prosegue stigmatizzando la parità di genere, definendola una dei «mali di questo secolo». Questo perché «la necessità di ricorrere alla coercizione giuridica e al meccanismo delle “quote rosa” certifica l’inutilità delle ideologie di certe frange che imputano alla maternità il motivo alla base della discriminazione tra i sessi». E quindi: «Ce ne dobbiamo fare una ragione: l’uomo non è uguale alla donna; la bestia non è uguale all’uomo così come un pesce non è uguale a un mammifero».
Coco (Gaynet): «Libro discriminatorio, offende la Costituzione»
Sul quotidiano la Repubblica è intervenuto anche il presidente di Gaynet, Rosario Coco: «Quel libro offende la Costituzione e diffonde idee discriminatorie. Le donne vengono in sostanza degradate rispetto all’uomo, si torna proprio all’età antica, peggio che nel Medioevo. Il tutto è coerente con le idee espresse sulla contraccezione e sulla famiglia tradizionale: le donne sono “psicologicamente diverse” e devono possibilmente stare a casa con la prole». Poi Coco conclude: «La premier Meloni deve intervenire affinché i bonus cultura e istruzione non possano essere validi per acquistare il libro di Vannacci su Amazon».