Le due condizioni per tenere un migrante fino a 18 mesi in un Cpr

La permanenza nel Cpr del migrante da espellere può essere prorogata fino a 18 mesi se, «nonostante sia stato compiuto ogni ragionevole sforzo, l’operazione di allontanamento sia durata più a lungo a causa della mancata cooperazione da parte dello straniero o dei ritardi nell’ottenimento della necessaria documentazione dai Paesi terzi». È quanto prevede il testo del decreto sud – pubblicato mercoledì 20 settembre in Gazzetta Ufficiale – che contiene due articoli con le novità introdotte sui Centri di permanenza per il rimpatrio.

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Il fondo da 20 milioni di euro

I Cpr, prevede inoltre il dl, entrano a far parte delle «opere destinate alla difesa nazionale a fini determinati», al pari – ad esempio – di aeroporti, basi missilistiche, depositi munizioni, caserme, basi navali. Per realizzarli la Difesa (se ne occuperà il genio militare) potrà adottare le procedure «in caso di somma urgenza e di protezione civile», previste dal nuovo Codice degli appalti. Al ministero è assegnato un fondo di 20 milioni di euro per il Piano straordinario di individuazione delle aree.

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