Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
L’Associazione Nazionale Magistrati: «Dal governo attacco pesantissimo»
Dalle fonti di Palazzo Chigi è arrivata «un’accusa pesantissima che colpisce al cuore la magistratura». Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia, parlando al Comitato direttivo dell’Anm. «La magistratura non ha alcuna voglia di alimentare lo scontro, ma quando il livello dello scontro si alza, il nostro silenzio sarebbe l’impacciato mutismo di chi non sa reagire con fermezza a una politica muscolare rivolta a un’istituzione di garanzia», ha detto Santalucia. «Sarebbe un arretramento e noi non arretriamo quando si tratta di difendere i valori della Costituzione». Ad alimentare le tensioni negli ultimi giorni sono stati gli sviluppi dei casi Delmastro e Santanchè.
La reazione del governo sui casi Santanchè e Delmastro
«Dopo l’indagine sulla ministra Santanchè e dopo la notizia che un gip ha esercitato una prerogativa del codice, c’è stata una nota di Palazzo Chigi di non meglio precisate fonti governative che ha accusato una parte della magistratura di schierarsi faziosamente nello scontro politico», ha detto Santalucia. Per quanto riguarda Delmastro, a seguito dell’imputazione coatta del sottosegretario alla Giustizia, Palazzo Chigi aveva osservato che «in un processo di parti non è consueto che la parte pubblica chieda l’archiviazione e il giudice per le indagini preliminari imponga che si avvii il giudizio».
«La separazione delle carriere è una misura per punirci»
«Il sospetto è che la separazione delle carriere e le riforme costituzionali vengano sbandierate non perché si crede che servano a un miglioramento dell’attuale sistema», ma come «una misura di punizione nei confronti della magistratura», ha sottolineato il presidente dell’Anm, chiedendo «umiltà», al governo e alla maggioranza, così come di cambiare passo: «Non si può andare a una riforma costituzionale con questo passo, come risposta reattiva a un provvedimento fisiologico di un giudice che non piace perché colpisce qualcuno che è al governo».