Archivio
- Novembre 2024 (40)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
L’allarme dei russi: «Perdita di vapore a Zaporizhzhia». Ma per gli esperti non c’è rischio radioattivo
Continua il terrorismo psicologico attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, controllata da Mosca fin dalle prima fasi della guerra in Ucraina. «Il personale dell’impianto ha rilevato una perdita nei tubi del terzo generatore di vapore durante il funzionamento della quarta unità», si legge in una nota diffusa dall’amministrazione filorussa dell’impianto. «È stato deciso di arrestare il reattore a freddo per garantire un funzionamento regolare durante la stagione autunnale e invernale e l’operatività delle apparecchiature». La perdita di vapore non deve però far preoccupare, dato che proviene da circuiti che non sono in contatto con il nocciolo del reattore: nessun rischio radioattivo all’orizzonte.
Il parere degli esperti: nessun pericolo
«Sono circuiti che non sono in contatto con il nocciolo del reattore; ricevono acqua molto calda e la scambiano con altra che diventa vapore e fa girare la turbina», ha spiegato all’Ansa Alessandro Dodaro, direttore del dipartimento per la Sicurezza nucleare dell’Enea. Quello uscito dall’impianto, ha aggiunto, «vapore acqueo puro al 100 per cento, come quello che esce dalla torre di raffreddamento delle centrali nucleari». E lo spegnimento a freddo, grazie al quale «tra qualche giorno acqua del reattore arriverà a temperature più basse», è una procedura che non ha nulla di inconsueto. Sulla stessa linea Ugo Spezia, già direttore della sicurezza della Sogin: «Tutte le unità della centrale sono in condizioni di spegnimento e sono sotto il controllo costante dell’Aiea, che ha propri esperti in loco, i quali accedono all’impianto quasi quotidianamente». Nessuna perdita, ha spiegato, «ma una fuoriuscita controllata di vapore, non radioattivo, dai circuiti di raffreddamento». Evento, questo, «del tutto normale in ogni impianto nucleare».
C’è però il rischio di un nuovo blackout
Ha più ragioni invece di far preoccupare quanto comunicato da Energoatom, la società di energia ucraina che gestisce l’impianto occupato dai russi: «Il 10 agosto la centrale nucleare di Zaporizhzhia, temporaneamente occupata, ha perso il collegamento alla sua principale linea di trasmissione di energia esterna con una tensione di 750 kV. In seguito, la centrale ha dovuto passare all’unica linea elettrica di riserva da 330 kV disponibile, la cui disconnessione minaccia la perdita di energia esterna», si legge in una nota. Insomma, c’è il rischio di un nuovo blackout dal momento che la linea di riserva ha una capacità inferiore alla metà di quella della rete elettrica. Intanto è salito a tre morti e nove feriti, tra cui un bambino, il bilancio del bombardamento russo del 9 agosto sulla città di Zaporizhzhia, che periodicamente torna al centro del conflitto in Ucraina. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Yuriy Malashko.