La svolta nucleare dell’ambientalista Rosa Filippini

«In particolare, la strategia europea che prefigge di trascinare l’economia mondiale su un percorso di decarbonizzazione fondato principalmente sulle nuove rinnovabili, dimostrandone sul campo fattibilità e vantaggi, si sta rivelando fallimentare: l’aumento delle emissioni climalteranti nei Paesi emergenti supera di molto le faticose e costose riduzioni ottenute in Europa a scapito delle economie europee». Ma chi è che ha detto questa frase: Matteo Salvini, Giorgia Meloni, l’ex ambientalista Chicco Testa? No, è stata scritta, in lungo articolo pubblicato sulla rivista Astrolabio degli “Amici della Terra”, da Rosa Filippini, ex presidente dell’associazione, ex parlamentare prima radicale poi socialista fino al 1994, tra i fondatori delle liste verdi e ambientalista da sempre.

Le rinnovabili? «Ingenuo chi pensa siano gratuite e sufficienti per dare energia all’Italia e all’Europa»

Le battaglie degli ambientalisti dalla fine degli Anni 70 (il primo referendum abrogativo è del 1987) hanno bandito in Italia l’utilizzo della tecnologia nucleare per la produzione di energia, delegandola così al carbone, al petrolio e al gas metano, oltre che in minima parte all’idroelettrico, mitizzando al contempo l’utilizzo del solare e dell’eolico come uniche fonti buone. Il lungo e argomentato articolo di Filippini contiene molte critiche alle scelte green europee e italiane e la richiesta al suo movimento di riflettere sulle battaglie fatte negli ultimi 40 anni in Italia. Nello scritto, definisce ingenuo chi «crede ancora che l’energia di pale e pannelli sia gratuita», sia in termine di enorme consumo del territorio sia in termini economici per la loro costruzione o per gli incentivi che vengono concessi. Ma soprattutto definisce indirettamente le rinnovabili insufficienti per dare energia all’Italia e all’Europa, stante l’attuale tecnologia di produzione e di immagazzinamento, cioè di pale e di pannelli solari e di batterie che dovrebbero stoccare quanto prodotto in modo intermittente dalle rinnovabili. E questo non riferito a oggi ma anche per gli anni a venire. Infine, incita il suo movimento a riflettere sul fatto che oggi «pensa sia meglio star dentro questa partita, non fuori». E il riferimento è all’uso del nucleare per produrre energia elettrica in Italia.

La svolta nucleare dell'ambientalista Rosa Filippini
L’articolo di Rosa Filippini sull’Astrolabio.

Per riattivare il nucleare in Italia bisogna passare da un referendum e per realizzare la prima centrale occorrerebbero almeno 20 anni

Come lei stessa scrive: «Sì, ho cambiato idea. Radicalmente. Non credo che sia uno scandalo, “solo i cretini non cambiano mai opinione». Le manca solo di spiegare che per riattivare in Italia il nucleare si dovrà passare prima attraverso un referendum e poi che ci vorranno almeno 20 anni per costruire la prima nostra centrale che, nel caso, dovrà essere realizzata con tecnologia non italiana.

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