La strana sfida India-Russia: come Modi è riuscito ad arrivare sulla Luna vincendo la corsa allo Spazio

Protagoniste del vertice Brics di Johannesburg e non esattamente concordi su diversi aspetti di politica estera, Russia e India si sono sfidate in una corsa allo Spazio che aveva come obiettivo l’atterraggio sul polo sud della Luna, regione del satellite finora inesplorato e di particolare interesse per gli scienziati. Una sfida che ha visto prevalere Nuova Delhi e che ha ricordato (in tono minore) quella che caratterizzò la Guerra fredda, quando a fronteggiarsi erano Stati Uniti e Unione sovietica. Ma stavolta, più che la politica e il prestigio internazionale, in ballo c’erano soprattutto i soldi degli investitori stranieri.

La strana sfida India-Russia e non solo: la Luna torna protagonista della corsa allo spazio attirando l'interesse dei privati.
La Luna è tornata al centro dell’interesse della agenzie spaziali (Getty Images).

L’uomo vuole tornare sulla Luna, ma per restarci

Negli ultimi tempi la Luna è tornata al centro dell’attenzione delle principali agenzie spaziali, che per decenni parevano essersene dimenticate. Stavolta la corsa non è al semplice allunaggio: l’obiettivo è infatti stabilire avamposti abitabili permanenti sulla sua superficie, dove gli astronauti possano sostare prima di andare su Marte. E i crateri permanentemente ombreggiati al polo sud lunare (finora inesplorato per via di un terreno molto impervio e condizioni atmosferiche difficili) potrebbero contenere acqua ghiacciata, molto utile per i futuri esploratori. A posizionare la Luna nuovamente al centro dell’attenzione mediatica è stata l’ultima missione della Nasa, chiamata Artemis. Ma anche le agenzie spaziali di Cina e India avevano messo il satellite della Terra nel mirino.

Lo schianto del Luna-25, un duro colpo per le ambizioni di Mosca

Il Luna-25 russo, lanciato l’11 agosto dal cosmodromo di Vostochny con un razzo Soyuz, era sulla buona strada per raggiungere per primo l’obiettivo, ma il lander di Mosca si è schiantato sul suolo lunare il 20 agosto, impattando per la precisione nel cratere Pontecoulant G. Secondo Roscosmos, il fallimento della missione – la prima della Russia dal 1976, quando ancora esisteva l’Urss – è stato dovuto all’accensione troppo prolungata dei motori per il controllo della discesa, 127 secondi rispetto agli 84 previsti. «Dimostreremo al mondo che siamo in grado di trasportare un carico sulla Luna», ha commentato l’agenzia spaziale russa dopo il fallimento dell’allunaggio. Mosca aveva preso in considerazione un ruolo nel programma Artemis fino al 2021, quando aveva dichiarato che avrebbe invece collaborato con la Cina. Alla fine, invece, ha fatto tutto da sola. Nonostante le sanzioni occidentali per la guerra in Ucraina, le spese belliche e il crescente isolamento internazionale, Mosca aveva comunque deciso di tentare il ritorno sulla Luna, stringendo i cordoni della borsa, se non altro per una questione di immagine. Che adesso ha ricevuto un brutto colpo.

L’India è la quarta nazione ad atterrare sulla Luna dopo Urss, Usa e Cina

Discorso opposto per l’India, diventata la quarta nazione ad atterrare sulla Luna dopo Unione sovietica, Usa e Cina grazie alla navicella Chandrayaan-3, decollata il 14 luglio con un razzo Launch Vehicle Mark-3 dal Satish Dhawan Space Center di Sriharikota, è atterrata con successo sul satellite della Terra. Nuova Delhi ha così cancellato il ricordo del fallimento della precedente missione Chandrayaan-2 del 2019, di cui si persero i contatti pochi minuti prima del touchdown. Per volere del primo ministro Narendra Modi, segnando una svolta per la space economy, l’India ha adottato misure per privatizzare i lanci spaziali e attirare investimenti esteri. Il pacchetto predisposto dall’esecutivo indiano prevede che le nuove società dedicate allo spazio possano essere private al 100 per cento mentre, nel caso facciano capo a investitori esteri, c’è il limite del 70 per cento e l’obbligo di approvazione da parte dell’agenzia spaziale di stato Isro. L’obiettivo è quintuplicare la quota dell’India nel mercato globale dei lanci entro il prossimo decennio. E lo sbarco sulla Luna, senza dubbio, rafforzerrà l’immagine del Paese come potenza spaziale, cosa che potrebbe stimolare l’appetito degli investitori. L’allunaggio di Chandrayaan-3 è di fatto un capolavoro, considerando il budget di 74 milioni di dollari per la missione (la Russia ne aveva spesi 200): basti pensare che la Nasa ha stanziato 93 miliardi di dollari per il suo programma lunare Artemis (certo più ambizioso) fino al 2025.

La strana sfida India-Russia e non solo: la Luna torna protagonista della corsa allo spazio attirando l'interesse dei privati.
In India è enorme l’attesa per l’allunaggio della sonda Chandrayaan-3 (Getty Images).

La lista dei Paesi a essere sbarcati sulla Luna potrebbe allungarsi col Giappone

Nello Spazio girano tanti, tantissimi soldi. La Cina, che ha effettuato il primo atterraggio morbido sul lato nascosto della Luna nel 2019, sta lavorando a nuove missioni: le stime parlando di 12 miliardi di dollari spesi da Pechino nel 2022 per il suo programma spaziale. La Repubblica popolare ha firmato a gennaio, attraverso la Hong Kong Aerospace Technology, un accordo con Gibuti per investire un miliardo di dollari in una nuova base di lancio. Sarà realizzata entro il 2027 e la posizione non è casuale: la linea dell’equatore è infatti ideale per i lanci. L’elenco dei Paesi a essere sbarcati sulla Luna potrebbe poi presto allungarsi con il Giappone, che il 26 agosto lancerà il lander Slim (Smart Lander for Investigating Moon), sviluppato dall’agenzia nipponica Jaxa: da anni il budget annuale di Tokyo per lo spazio si aggira sui 4 miliardi di dollari.

La strana sfida India-Russia e non solo: la Luna torna protagonista della corsa allo spazio attirando l'interesse dei privati.
L’offerta di un fedele induista per la buona riuscita della missione Chandrayaan-3 (Getty Images).

La sfida tra Musk e Bezos con SpaceX e Blue Origin

L’approccio dell’India all’esplorazione spaziale, in particolare la sua collaborazione con aziende private, ha tratto ispirazione dal modello della Nasa. La partecipazione di aziende come SpaceX di Elon Musk, che sta sviluppando il razzo Starship, dimostrano il potenziale della collaborazione tra agenzie governative e settore privato. Altre aziende statunitensi, come Astrobotic e Intuitive Machines, stanno lavorando su lander da lanciare verso il polo sud lunare entro il 2024. Blue Origin di Jeff Bezos e Axiom, poi, stanno sviluppando grazie a finanziamenti privati potenziali successori della Stazione spaziale internazionale: la seconda società ha dichiarato di aver raccolto 350 milioni di dollari da investitori sauditi e sudcoreani.

Lo Spazio fa gola a tanti, ma i rischi per gli investitori sono enormi

Nella corsa allo spazio, seppur con mezzi limitati, è entrata anche l’Africa e non solo con Gibuti. Alcuni Stati hanno infatti già una loro agenzia spaziale e dal 2016 esiste l’Africa Space Agency, con sede al Cairo. Insomma, la corsa allo spazio ormai coinvolge tutti, agenzie governative e aziende private, pronte a stringere alleanze per battere sul tempo i rivali. Ma lo spazio rimane rischioso e, per questo, molto costoso. Nel 2019, oltre all’India ha fallito l’allunaggio anche l’azienda israeliana SpaceIL, che ha visto il proprio lander distruggersi all’impatto con la superficie della Luna. Stessa sorte è toccata alla sonda Hakuto-R della startup giapponese ispace, precipitato a fine aprile 2023 nel cratere Atlas, dopo aver esaurito il carburante. Poi Luna-25: insieme alla navicella, secondo gli analisti, si sono schiantate per Roscosmos anche le possibilità di ricevere finanziamenti per una missione successiva.

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