La giornalista di Novaya Gazeta Elena Milashina aggredita in Cecenia

La libertà di stampa secondo la Russia: la giornalista di Novaya Gazeta Elena Milashina e l’avvocato Alexander Nemov sono stati brutalmente aggrediti a Grozny, in Cecenia. L’auto che trasportava i due verso l’aeroporto è stata intercettata lungo la strada da tre vetture, dalle quali sono scesi degli uomini mascherati che hanno minacciato di ucciderli, puntando loro la pistola alla testa. Poi il violento pestaggio.

Il pestaggio e la sostanza verde già usata contro l’oppositore Navalny

Come riferiscono le associazioni per i diritti umani Memorial e Team Against Torture, Milashina e Nemov sono stati presi a calci e pugni in faccia e percossi in tutto il corpo con delle mazze. La giornalista ha riportato un trauma cranio-cerebrale e ha diverse dita delle mani rotte. Nemov, oltre alle botte, ha ricevuto anche una coltellata a una gamba. Durante il pestaggio, come raccontato dalle vittime, gli aggressori si sono “premurati” di ricordare a Milashina tutte le inchieste scomode di cui si è occupata nel corso della carriera: «Siete stati avvertiti. Andate via da qui e non scrivete nulla». Poi hanno portato via i telefoni della giornalista e di Nemov, distruggendo inoltre le attrezzature e i documenti che i due avevano in auto.

Entrambe le vittime dell’aggressione, ricoverate in ospedale, sono coscienti. In una foto pubblicata su Twitter si vede la reporter con entrambe le mani fasciate, la testa rasata e ricoperta da una sostanza verde: si tratterebbe di un antisettico comunemente venduto in Russia e già utilizzato nel 2017 in attacchi contro Alexei Navalny, che può avere effetti collaterali sia sulla pelle sia agli occhi.

Russia, aggredita in Cecenia la giornalista Elena Milashina. Insieme alla reporter è stato pestato anche l’avvocato Alexander Nemov.
Elena Milashina e Michelle Obama nel 2013 (Getty Images).

La reporter e l’avvocato erano in Cecenia per il caso di Zarema Musayeva

Milashina e Nemov si trovavano a Grozny per assistere al verdetto del caso di Zarema Musayeva, moglie dell’ex giudice della Corte Suprema Saidi Yangulbaev e madre degli attivisti Abubakar e Ibragim Yangulbaev, rapita dalle forze di sicurezza cecene a Nizhny Novgorod nel gennaio 2022. Finita a processo per uso di violenza contro un agente di polizia, il 15 giugno l’accusa ha chiesto per lei cinque anni e mezzo di carcere, condanna poi inflitta il 4 luglio. Nemov, nonostante le difficoltà a parlare e muoversi, ha reso noto che continuerà a difendere Musayeva e a rappresentare i suoi interessi in tribunale.

Russia, aggredita in Cecenia la giornalista Elena Milashina. Insieme alla reporter è stato pestato anche l’avvocato Alexander Nemov.
Elena Milashina nel 2018 insieme a Joe Biden e all’attivista Lgbt Igor Kochetkov (Getty Images).

Kadyrov a inizio 2022 l’aveva definita «complice dei terroristi»

Milashina ha ricevuto nel corso della carriera diversi riconoscimenti per le sue inchieste, come quelle sulla feroce persecuzione degli omosessuali in Cecenia. Nel 2009 è stata premiata da Human Rights Watch, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, mentre nel 2013 ha ricevuto l’International Women of Courage Award dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America. Giornalista scomoda, proprio in relazione al caso-Musayeva aveva ricevuto all’inizio del 2022 minacce da parte del capo della Repubblica Cecena Ramzan Kadyrov, il quale l’aveva definita «complice dei terroristi». Il 28 giugno il procuratore generale della Russia ha riconosciuto le attività di Novaya Gazeta come «indesiderabili» nel territorio della Federazione, in quanto «l’organizzazione è impegnata nella diffusione di materiale informativo tendenzioso» tra cui «false informazioni su presunte massicce violazioni dei diritti e delle libertà dei cittadini», nonché accuse di «aver scatenato una guerra in Ucraina».

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