La corsa in Trentino di Marco Rizzo, il sovranista rosso che ruba voti a destra

Cosa ci fa un comunista candidato alla provincia di Trento? Cosa ci fa il più ortodosso dei marxisti italiani nella terra di Alcide De Gasperi, nella “parrocchia d’Italia” del quieto cattolicesimo democratico e progressista e della versione tridentina dell’autonomismo leghista? Concorre alla presidenza, contro ogni pronostico e ogni possibilità di vittoria. Ma anche per lanciare un’agenda destinata a plasmare una galassia di critica al sistema che va monitorata in ogni sua manifestazione. Marco Rizzo si presenta ai nastri di partenza delle elezioni provinciali del Trentino di domenica 22 ottobre 2023 sulla scia di un sorprendente sondaggio favorevole: Termometro Politico, nell’unica rilevazione emersa finora, lo dà terzo, col 6 per cento delle preferenze, dietro Maurizio Fugatti, presidente uscente, e Francesco Valduga, in lizza in una sfida all’ultimo voto per strappargli Piazza Dante in quota centrosinistra.

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Da Rifondazione comunista a Democrazia sovrana e popolare

La lista che sostiene Rizzo, Democrazia sovrana e popolare (Dsp), rischia di poter entrare in Consiglio provinciale. E se i dati fossero confermati alle urne, fatto non scontato visto la corsa all’ultimo voto che può scatenare una corsa al consenso “utile” tra i due maggiori candidati, per il perennial candidate già deputato di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani dal 1994 al 2004 e poi tribuno sovranista di sinistra si tratterebbe del maggior successo della seconda fase della sua carriera politica.

Contro la Nato, l’Unione europea e il sostegno all’Ucraina

Da segretario del Pc prima e da leader di Democrazia sovrana e popolare poi, Rizzo, torinese e classe 1959, ha da tempo messo in campo un’agenda politica che applica appieno un vecchio motto della sinistra radicale: «Pensare globale, agire locale». Dsp propone in Trentino un’agenda politica radicalmente oppositiva a un sistema indicato come transpartitico. Si attacca la destra meloniana come prima si attaccava il governo Draghi per i temi noti alla galassia anti-sistema declinati in forma sovranista “rossa”: l’appiattimento della politica sulla Nato e l’Unione europea, il sostegno all’Ucraina, l’uso politico delle emergenze (a partire dal Covid) sono nel programma.

La corsa in Trentino di Marco Rizzo, il sovranista rosso che ruba voti a destra
Marco Rizzo (Imagoeconomica).

La premessa: «Non c’è autonomia senza sovranità»

Cosa c’entra tutto questo con un voto territoriale trentino estremamente campanilista? Molto, leggendo l’agenda di Dsp. Il cui punto zero, la premessa di ogni cosa, parla chiaro: «Non c’è autonomia senza sovranità». Rizzo dichiara che «cittadini e imprese trentini pagano la dipendenza dalle logiche statunitensi, minaccia dell’autogoverno e della libertà di stabilire proficui rapporti con Stati e imprese straniere». Leggi, di Cina e Russia. Mentre l’Europa e la Banca centrale europea impediscono quella «sovranità economica» che permetterebbe «di investire a deficit per favorire la creazione di posti di lavoro, sia pubblici che privati».

Lotta dura al turismo di massa e all’uso di acqua per gli impianti sciistici

Dal globale, si passa al locale. Il “sovranismo” alla Rizzo se la prende con le cooperative «alimentate a salari bassi e miseri» e legate alla politica e dice sì a «Piani di lavoro garantito» per i trentini più indigenti; lotta dura alla pervasività del capitalismo sul territorio: dal turismo di massa all’uso di acqua per gli impianti sciistici, Dsp mette i borghi e i territori al centro. Sulla gestione delle infrastrutture Rizzo, che ricorda di esser legato al Trentino «perché qui sono stato alpino» intende permeare la sua agenda di pensiero geopolitico: lo stop ai treni che portano armi all’Ucraina, per decreto provinciale, in caso di vittoria, è messo ai primi punti dell’agenda.

Critico sulle direttive green e securitario come Lega e Fdi

La componente comunista e terzomondista è dunque notevole e percepibile. Non dimentichiamo però che la particolare amalgama sovranista non pesca solo negli argomenti della sinistra, ma anche a destra. Rizzo non fa mistero, per esempio, di avere una posizione duramente critica sulla direttiva europee delle case green, che ritiene una minaccia per il Trentino, e dopo un recente incontro con Fugatti per discutere dei temi della campagna elettorale ha messo in campo una dottrina securitaria che non sarebbe sgradita dalle parti della destra a trazione LegaFratelli d’Italia. Rizzo, infatti, si dichiara favorevole a mettere al centro della sua agenda una “sicurezza” che vede il controllo e l’ascolto dei cittadini con telecamere e microfoni, contrastando così la violenza diffusa che, a Rovereto, ha portato alla «barbara uccisione di una donna da parte di un migrante che non doveva esser in Italia».

Sovranità pure animale: no all’abbattimento dell’orsa JJ4

Nella sua agenda, un altro cavallo di battaglia in comune con la destra è la «decisa critica all’accettazione di scelte scolastiche ancora frutto della cosiddetta politica pandemica», su cui Dsp ha costruito una coalizione dei “No tutto” in nome di quello che il politologo Paolo Mossetti ha definito “pensiero geopolitico”: una formazione politica episodicamente si è dimostrata capace di piccoli exploit locali. Sovranità in purezza anche quella rivendicata sul perenne dibattito sugli orsi: no all’abbattimento di JJ4, sì al sovranismo nella gestione dei plantigradi inviando i 120 in eccesso negli «ultimi Paesi entrati nell’Unione europea», Rizzo dixit.

Giorgia Tripoli, una anti-sistema che quasi ce la faceva

Temi variegati, dunque, per una nuova sfida. Rizzo, negli ultimi tre anni, si è candidato nel 2020 alle Suppletive romane vinte da Roberto Gualtieri per la Camera, nel 2021 a Siena nelle elezioni che hanno promosso a Montecitorio Enrico Letta, nel 2022 con Italia sovrane e popolare in più collegi plurinominali, senza mai risultare eletto. Tra gli “anti-sistema” mira a rompere quel muro di cristallo che è andata vicina a sfondare in Friuli alle Regionali primaverili l’avvocato no-Green Pass Giorgia Tripoli, poco sotto il 5 per cento in una corsa che la vedeva sostenuta da Italexit di Gianluigi Paragone, dal Popolo della Famiglia, dal movimento Vaccini vogliamo verità e da un’altra serie di liste di questo genere.

La corsa in Trentino di Marco Rizzo, il sovranista rosso che ruba voti a destra
Giorgia Tripoli.

L’elettorato a cui guarda Rizzo è quello orfano di una contestazione al sistema, critico delle politiche governative, propenso a guardare all’influenza globale delle dinamiche nazionali e locali. Da qui la grande focalizzazione su geopolitica, grandi dinamiche e disegni percepiti come minacciosi dei territori, in uno strano mix di terzomondismo, comunismo e afflati individualisti e anarco-capitalisti (si veda il no all’agenda green) che cerca la sua nicchia in un elettorato deluso e confuso.

Rizzo può sottrarre consensi a Fugatti per la rielezione in quota Lega

Si può pensare a questi esperimenti come a manovre politiche donchisciottesche e fuori dal tempo. E forse per la difficoltà che hanno a incidere e a portare eletti, in parte lo sono. Ma irridere agende di questo tipo sarebbe fuorviante se si pensa al fatto che molto spesso riescono a lasciare dietro, nelle intenzioni di voto, i partiti del “sistema”. Tripodi in Friuli doppiò il Terzo polo. Rizzo oggi è dato davanti ad Alex Marini, candidato del Movimento 5 stelle con il sostegno della cavalleria leggera “rossa” del Partito comunista italiano, che in Trentino privilegia il partito «del memorandum con la Cina e del reddito di cittadinanza» all’ex compagno. La politica italiana è bella perché folle, a volte anche in misura eccessiva. E la fronda del Pci è emblematica del fatto che il vero bacino elettorale Rizzo possa pescarlo tra personalità di destra, o con simpatie populiste, deluse: ragion per cui chissà cosa succederà se sottraesse consensi necessari al moderato Fugatti per la rielezione in quota Lega

La corsa in Trentino di Marco Rizzo, il sovranista rosso che ruba voti a destra
Maurizio Fugatti, presidente uscente e candidato del centrodestra (Imagoeconomica).
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