James Webb, una nuova foto mostra una stella morente

Il James Webb non smette di stupire. Il telescopio spaziale della Nasa, lanciato nel cosmo nel Natale 2021, sta aiutando gli astronomi di tutto il mondo a comprendere sempre più a fondo il meccanismo che anima l’universo grazie a immagini ricche di dettagli finora impossibili da ottenere. L’ultima fotografia mostra le fasi finali della vita di una stella, nello specifico la Nebulosa Anello situata nella costellazione della Lira a 2600 anni luce dalla Terra. Si tratta di un immenso ammasso di gas incandescenti che si formano quando un astro esaurisce tutto il suo combustibile per la fusione nucleare, portando al collasso del nucleo. «È quanto accadrà al nostro Sole», hanno spiegato gli scienziati, aggiungendo che il fenomeno non si verificherà prima di altri 5 miliardi di anni. Intanto arrivano anche i primi scatti di Euclid, il nuovo telescopio dell’Esa.

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James Webb, cos’è la nebulosa planetaria che si vede nello scatto

Nella foto del telescopio James Webb, la Nebulosa Anello appare come un grande occhio di colore verde all’interno e viola sulla circonferenza esterna. Al suo centro, sebbene sia un piccolo puntino impercettibile senza un apposito ingrandimento, si trova la nana bianca, ciò che rimane del nucleo ormai estinto. «Non si vedono solo i dettagli del guscio in espansione della nebulosa», ha dichiarato al Guardian Mike Barlow, docente di astrofisica allo University College di Londra. «Rivelano anche la regione interna con una squisita chiarezza». Proprio come avviene per i fuochi d’artificio, dopo l’esplosione i diversi elementi chimici della stella emettono una luce con particolari tonalità cromatiche che permettono agli studiosi di riconoscerne la composizione e studiarla con più attenzione. «Siamo stupiti dalla qualità delle immagini», ha spiegato Albert Zijlstra, professore all’università di Manchester. «Quello che vediamo è spettacolare».

Sebbene non abbiano alcun legame con i pianeti, i fenomeni come quello immortalato dal James Webb hanno il nome di nebulose planetarie. Si tratta di un retaggio del XVIII secolo quando l’astronomo William Herschel scambiò le loro forme curve per quelle di un corpo celeste simile alla Terra. Come spiega il sito Space.com, si formano quando la fusione nucleare cessa, portando al collasso. Tuttavia, nello strato esterno dell’astro, la combustione continua per diverso tempo facendo “gonfiare” la stella. Quando il guscio poi si raffredda, tende a disperdersi nel cosmo in nuvole sottili, bolle in espansione e anelli gassosi, come nel caso in esame. La forma dipende esclusivamente dai processi fisico-chimici e dalla composizione materiale della stella.

L’Esa ha lanciato il telescopio Euclid: mapperà miliardi di galassie

Intanto l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha rivelato le prime immagini del suo telescopio Euclid. Dopo un viaggio di 1,5 milioni di chilometri, è infatti giunto al punto di Lagrange 2, posto su un’immaginaria retta che unisce il Sole e la Terra e considerato dagli scienziati un osservatorio privilegiato sul cosmo. Prodotto con il contributo dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare italiani, è in fase di calibrazione ma ha già fornito «scatti ipnotici» secondo gli esperti. «Dopo 11 anni di progettazione, è esaltante ed emozionante guardare il risultato», ha spiegato Giuseppe Racca, project manager di Euclid per l’Esa, sul sito dell’Inaf. «Una volta calibrato, osserverà miliardi di galassie per creare la più grande mappa del cosmo in tre dimensioni mai vista prima». La vera sfida sarò capire però come le galassie si muovono nello spazio-tempo, andando indietro fino a 10 miliardi di anni.

Il telescopio della Nasa James Webb ha catturato la Nebulosa Anello, distante 2600 anni luce dalla Terra. Intanto l'Esa presenta Euclid.
Le prime foto del telescopio Euclid (Esa, Twitter).
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