Italia viva e Azione verso la rottura: al via la campagna acquisti per i nuovi gruppi

La rottura sta per diventare definitiva. Azione e Italia viva si preparano a sciogliere i gruppi parlamentari, l’ultimo atto del divorzio. Resta da capire se l’accelerazione arriverà nelle prossime ore, addirittura prima della pausa estiva, oppure a settembre, alla ripresa dei lavori. Di mezzo ci sono i lavoratori, dalla comunicazione al legislativo, da tutelare. Ma da più parti la spaccatura definitiva viene data come inevitabile, prospettando così un’estate da calciomercato per l’ex Terzo polo: Carlo Calenda e Matteo Renzi hanno bisogno di new entry per rimpolpare i numeri in parlamento e formare gruppi autonomi.

Calenda scalpita e si sente tradito ma il rischio è finire nel Misto

A lanciare il sasso nello stagno è stato il deputato di Iv, Roberto Giachetti: «Continuare così mi sembra assolutamente non solo devastante ma anche deprimente. Ma questa è la mia opinione», ha detto senza girare intorno al problema. Un concetto ribadito sul Riformista, quotidiano renziano. La prospettiva non è stata esclusa da Azione, perché la questione non riguarda più solo l’incompatibilità tra i due leader. Ci sono differenze politiche evidenti. «Noi siamo contrari alla commissione d’inchiesta sul Covid, così come è stata preparata, Italia viva è d’accordo. Noi vogliamo il salario minimo, Renzi non si capisce cosa voglia e così su altri punti», spiega a Lettera43 una fonte parlamentare di Azione evidenziando le difficoltà a tenere uniti i gruppi. Calenda scalpita per mandare tutto all’aria. Si sente tradito. Ma ha un problema gigantesco: rischia di finire nel gruppo misto al Senato. Non proprio un bel vedere per un leader di partito, che ambisce ad avere un ruolo di primo piano nella politica italiana.

Italia viva e Azione verso la rottura: al via la campagna acquisti per i nuovi gruppi
Carlo Calenda (Imagoeconomica).

Renzi fa scouting in Azione, nel Pd e tra gli orfani di B

Comunque nessuno sta fermo in attesa degli eventi. Renzi sta portando avanti a fari spenti l’operazione per ingrossare le fila di Italia viva alla Camera e al Senato, agendo su tre fronti: gli scontenti di Calenda in Azione, i malpancisti del Pd di Elly Schlein e gli orfani di Silvio Berlusconi in Forza Italia. L’obiettivo numero uno è quello di scippare all’ex candidato sindaco di Roma due fiori all’occhiello: Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Mercoledì 2 agosto le due ex ministre si sono appartate in un corridoio della Camera per confrontarsi sulla situazione, raccontandosi di essere incerte sul da farsi e abbastanza insoddisfatte su come stanno andando le cose. Agli atti c’è il malcontento verso il sostegno dato da Azione alla candidatura di Marco Cappato alle elezioni suppletive di Monza per eleggere il sostituto di Berlusconi. «Sui temi etici rappresenta posizioni che dividono il suo stesso partito, figuriamoci l’ala liberale e moderata», aveva detto Carfagna su Cappato a Il Giornale, abbandonando la sua proverbiale prudenza. Ha chiesto un «supplemento di riflessione», che assomiglia a un ripensamento. Renzi ha già spalancato le braccia per accoglierle, cercando di intercettare qualche transfuga di Forza Italia per farle sentire ancora più a casa. In realtà vorrebbe convincere un altro “azionista”, Enrico Costa, suo ex ministro degli Affari regionali, ad aderire a Italia viva. Insieme intanto porteranno avanti un tour per promuovere una cultura garantista. Poi si vedrà se il sodalizio diventerà politico. Del resto da Azione, a Montecitorio, Iv ha già strappato Naike Gruppioni, e in Emilia-Romagna, Giulia Pigoni.

Italia viva e Azione verso la rottura: al via la campagna acquisti per i nuovi gruppi
Matteo Renzi (Imagoeconomica).

La controffensiva calendiana parte da Bonetti e Rosato

La controffensiva calendiana è però pronta: un’altra ex ministra del governo Draghi sta meditando il percorso inverso a quello immaginato per Carfagna e Gelmini. Elena Bonetti ha manifestato insofferenza per la gestione del partito renziano e per i troppi abboccamenti a destra. Azione le garantirebbe un posizionamento più chiaro all’opposizione. C’è, però, la concorrenza del Pd, che farebbe un bello sgarbo all’ex rottamatore e si prenderebbe una piccola vendetta dopo il trasloco dell’ex assessore dem alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, sotto le insegne azioniste. Tra i possibili nomi in uscita da Italia viva circola spesso quello del deputato Luigi Marattin, che però ha però smentito l’ipotesi: «Sono stufo che il mio nome venga tirato in ballo per questo. Non passo da un partito all’altro, non ha senso», ha scandito in un’intervista al Corriere della Sera. Se non è prossimo a lasciare Renzi, come dice chiaro e tondo, è sicuramente tra quelli meno soddisfatti della linea tenuta nelle ultime settimane. A cominciare dalla nomina di Raffaella Paita al comando del partito, o meglio nella postazione in cui esegue senza batter ciglio i desiderata di Renzi. Ed è un punto che lo accomuna con l’ex presidente di Iv, Ettore Rosato, che è dato in avvicinamento addirittura a Forza Italia, benché ad Azione non dispiacerebbe arruolarlo. Rosato, da buon democristiano, non si espone. Parla con tutti. Perché il calciomercato estivo tra i centristi è solo all’inizio.

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