Ita e l’allegra gestione degli omaggi sotto Lazzerini

Ita Airways, una partita che sembra non finire mai. O che forse potrebbe finire più o meno da dove è iniziata, con la Msc dell’armatore Gianluigi Aponte accreditata di un possibile ritorno in pista ancora assieme a Lufthansa. Esattamente com’era nel progetto originale inopinatamente bocciato, Mario Draghi regnante, dal ministero dell’Economia, e che avrebbe portato nelle casse pubbliche quasi un miliardo di euro. Giorgia Meloni infatti, secondo quanto scrive il quotidiano Mf, avrebbe sondato l’imprenditore napoletano, e lui non ha chiuso la porta all’ipotesi di rientro. Con che quota e che modalità è tutto da vedere. E se la cosa si concretizzerà sarà solo dopo il via libera di Bruxelles all’accordo con cui i tedeschi a maggio 2023 hanno comprato il 41 per cento della compagnia di bandiera italiana. Intanto continuano a emergere episodi poco edificanti della passata gestione chiusasi con l’allontanamento da parte del Mef dell’ex amministratore delegato Fabio Lazzerini, avvenuto con la formula della «risoluzione consensuale» che, come anticipato da questo giornale il 21 luglio, serviva principalmente a limitare possibili ulteriori strascichi giudiziari da parte della compagna nei confronti del manager. Da allora sono emerse una serie di evidenze che segnalavano nella sua gestione alcune aree di opacità che attendono di essere chiarite.

Ita e l'allegra gestione degli omaggi sotto Lazzerini
Gianluigi Aponte di Msc (Imagoeconomica).

Prezzi di favore a un cerchio magico: omaggi per circa 300 mila euro

Una di queste indagini riguarda i vari omaggi fatti dalla direzione di Lazzerini servendosi anche della fidatissima Emiliana Limosani, sua segretaria quando il manager guidava la piattaforma di viaggi Amadeus, poi messa alla guida della direzione commerciale di Ita. Sono emersi omaggi per circa 300 mila euro, rilasciati con gestione discrezionale del management. Ossia tariffe ad hoc per diversi personaggi, inferiori rispetto a quelle standard, passaggi da Economy a Business con prezzi non cambiati, accesso gratuito a classi superiori senza il costo previsto, tariffe dipendenti a persone che non sono dipendenti, e così via. Il tutto generando una perdita per la compagnia di bandiera che tecnicamente si configura come un mancato guadagno. E qui iniziano ad emergere i dettagli che hanno portato Ita alla perdita “monstre” nell’ultimo trimestre 2022 e nei primi sei mesi del 2023.

Ita e l'allegra gestione degli omaggi sotto Lazzerini
Emiliana Limosani, fidatissima di Fabio Lazzerini (Imagoeconomica).

I nomi? Non li facciamo, ma siamo pronti a metterli a disposizione…

Lettera43 ha deciso di non fare i nomi dei beneficiati, ma possiede copia dei loro elenchi che metterà a disposizione di quanti, azionisti, nuovo consiglio di amministrazione o magistrati contabili, ne faranno richiesta. Nei file compaiono nomi storicamente molto vicini al mondo di Lazzerini: ex manager della vecchia Alitalia poi passati ad altre aziende con collaboratori e parenti. Ma non solo. Ci sono anche ex consiglieri d’amministrazione di Ita, voluti all’epoca dall’ex direttore generale del Mef Alessandro Rivera e dal suo fidato Filippo Giansante, capo della direzione Valorizzazione del patrimonio pubblico, che si dimisero nel marzo del 2022 e durati ben altri 6 mesi in prorogatio per garantire che Ita non finisse nella mani della cordata Msc-Lufthansa ma in quella fumosa del fondo Certares supportata da Lazzerini. Di cui sono perse le tracce dopo l’arrivo al Tesoro di Giancarlo Giorgetti.

Nell’elenco pure i giornalisti, sempre pronti a tuonare contro gli sprechi di Alitalia

Non mancano anche giornalisti e loro familiari, sempre pronti in articoli e convegni a tuonare contro gli sprechi di Alitalia, ma stranamente benevoli sull’operato di Lazzerini. Nella lista anche il nome di un politico, ex ministro e vicino di casa del manager, da lui sempre difeso pubblicamente, che il 17 maggio ha viaggiato da Fiumicino a New York. Presenti pure manager di enti pubblici, il presidente di una nota squadra di calcio di Serie A e la moglie amanti della West Coast, presidenti di Authority, avvocati e numerosi titolari di agenzie di turismo.

Buonuscita di Lazzerini, altro che 3 milioni: offerti 800 mila euro lordi

Intanto, benché silenzio e rapidità di esecuzione abbiano caratterizzato l’allontanamento di Lazzerini da Ita, iniziano a emergere dettagli interessanti sulla chiusura del rapporto. Al manager sarebbero spettati circa 3 milioni per congedarsi dalla compagnia di bandiera, ma il Mef gli avrebbe offerto non più di 800 mila euro lordi da prendere subito, altrimenti le varie azioni legali che erano pronte a essere intraprese avrebbero comportato un possibile risarcimento dell’ex ad a Ita. Insomma, pochi soldi maledetti e subito, oppure ci si vedeva in tribunale per risarcire la compagnia e il ministero suo azionista.

Ita e l'allegra gestione degli omaggi sotto Lazzerini
Fabio Lazzerini (Imagoeconomica).

La differenza servirà a pagare il danno procurato alla compagnia?

Un importo irrisorio per un manager di un’azienda di Stato, per di più in Alitalia dal 2017, portato dall’ex ad Luigi Gubitosi, quindi con ben sette anni di servizio in ruoli apicali. Il segnale concreto che il Mef gli ha fatto capire che quegli oltre 2 milioni non gli sono stati dati perché servono a pagare i danni procurati alla compagnia per le sue azioni intraprese a livello personale senza il coinvolgimento delle strutture competenti e sfruttando la sua posizione lavorativa. E Lazzerini ha accettato, preoccupato per quello che può emergere, e conscio del profondo rosso dei conti di Ita Airways (152 milioni l’ebitda negativo nei primi sei mesi del 2023) che ha lasciato nonostante la somma superiore al miliardo già pompata da via XX settembre nelle casse della società.

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