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Incidente di Brandizzo, il tecnico indagato: «Ho schiantato la vita di cinque persone»
Non si dà pace Antonio Massa, l’addetto Rfi al cantiere in cui lavoravano le cinque vittime dell’incidente di Brandizzo ora indagato dalla magistratura insieme al capocantiere della Sigifer Andrea Girardin Gibin. Per entrambi l’accusa è di disastro ferroviario e omicidio plurimo con dolo eventuale. «Ho schiantato cinque vite, penso solo a quei ragazzi», ha detto ai suoi Massa che quella notte avrebbe anticipato verbalmente il permesso di aprire il cantiere agli operai dell’azienda piemontese.
Massa pensava che il treno fosse già passato
«Pensavo che il treno fosse già passato», ha spiegato agli inquirenti secondo quanto riportato da La Stampa. «Ma lei l’ha visto passare?», gli ha chiesto il magistrato. «No, non l’ho visto direttamente». Il motivo per cui si era convinto che il convoglio avesse già attraversato Brandizzo è negli orari: 20 fatali minuti di ritardo. Per la procuratrice capo di Ivrea Gabriella Viglione, «dalle prime indagini sono emerse gravi violazioni della procedura di sicurezza al momento dell’incidente». Di qui la decisione di scandagliare la posizione del tecnico di Rete Ferroviaria Italiana, per capire se avrebbe dovuto aspettare l’ok del dirigente di Chivasso delle Ferrovie per far partire i lavori sui binari. I due erano al telefono proprio mentre è avvenuto il disastro e la chiamata è stata interrotta dall’improvviso fragore dettato dallo schianto.
«Molto provato, è in condizioni terribili»
A raccontare il dramma che sta vivendo Massa ci hanno pensato colleghi e conoscenti. L’avvocato Andrea De Carlo, che assiste Trenitalia, ha così dichiarato: «Mi ha chiamato la sera stessa del disastro, era in condizioni terribili. Molto, molto provato. Oltre allo choc per aver assistito a una scena raccapricciante deve fare i conti anche con il peso psicologico di quella che magari avverte come responsabilità, tutta da vedere naturalmente». Chi lavora con lui non ci ha pensato due volte ad esprimergli solidarietà e vicinanza: «Anche ammettendo che avesse coscienza per gli altri operai, se fosse stato consapevole di ciò che sarebbe potuto accadere sarebbe rimasto anche lui sulla banchina col rischio di morire?». E ancora: «Ha 20 anni di esperienza sui binari, è uno scrupoloso, non può aver commesso un errore simile. Forse gli hanno dato una comunicazione sbagliata».