Incendi Hawaii, a Maui testimoni parlano di almeno 480 morti

Continua a salire il bilancio dell’incendio scoppiato martedì 8 agosto 2023 sull’isola di Maui, Hawaii. Le autorità hanno fermato il conteggio ufficiale a 111 vittime, ma alcuni testimoni hanno riferito al Daily Mail che ci sono già 480 morti e che gli obitori sono pieni. Una notizia che troverebbe conferma dall’arrivo sull’isola di container frigo utilizzati per mantenere i resti trovati nelle case bruciate.

Corpi non riconoscibili e sacchi degli obitori terminati

Il sindaco di Maui, Richard Bissen, ha affermato che solo il 25 per cento della città è stato ispezionato e che sono ancora molte le abitazioni da analizzare. Si è parlato di almeno 1.000 dispersi, anche se nessuna comunicazione ufficiale su questa cifra è mai stata rilasciata. Ma sui social network sono molti gli utenti che stanno raccontando la situazione, parlando di decine di famiglie trovate morte in casa, bambini compresi. Molto spesso di loro ci sono solo i resti, motivo per cui le autorità hanno invitato i parenti dei dispersi a fornire il proprio Dna così da effettuare test e provare a dare notizie certe sul destino dei propri cari, operazione che potrebbe durare mesi.

Incendi Hawaii, a Maui testimoni parlano di almeno 480 morti
Incendio alle Hawaii (Getty).

L’aumento delle vittime ha portato all’introduzione di obitori mobili con cinque camion refrigerati parcheggiati fuori dall’ufficio del dipartimento di Polizia di Maui per conservare i resti. «So che hanno finito i sacchi per i cadaveri già dal primo giorno e hanno dovuto spedirne alcuni dalla terraferma», ha confermato una testimone al Daily Mail.

Si è dimesso il capo dell’agenzia emergenze di Maui

Intanto il capo dell’Agenzia per la gestione delle emergenze di Maui (Mema), criticata per non aver suonato le sirene d’allarme durante l’incendio, ha rassegnato le sue dimissioni. In una conferenza stampa, Herman Andaya aveva ammesso pubblicamente di non aver utilizzato le sirene di allarme durante la tragedia e di non essersi pentito di questa scelta. Le sirene «vengono utilizzate principalmente per gli tsunami» e, quando suonano, gli abitanti «sono addestrati a rifugiarsi in quota», aveva dichiarato. Aveva anche spiegato che l’incendio ardeva sulle alture di Lahaina e che le autorità hanno quindi preferito attenersi agli avvisi in televisione, radio e smartphone per paura che gli abitanti si precipitassero verso le fiamme. Tale decisione, insieme ad altri errori percepiti prima, durante e dopo il disastro che ha causato centinaia di vittime, ha fatto infuriare i sopravvissuti, sicuri che le sirene avrebbero potuto aiutare a salvare più vite.

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