In Italia le pensioni delle donne sono più basse del 27 per cento rispetto agli uomini

L’Inps ha reso pubblici i dati relativi allo stato del sistema pensionistico italiano per l’anno 2022. Numeri che delineano un aumento delle prestazioni pensionistiche e degli importi degli assegni rispetto al 2021, a fronte di una disparità di genere nell’ammontare dei redditi pensionistici che rimane pressoché invariata rispetto ai due anni precedenti.

La spesa pensionistica dello Stato ammonta a 322 miliardi di euro

Secondo quanto ha rilevato l’Inps, alla fine del 2022 il sistema pensionistico italiano contava 22 milioni e 77 mila prestazioni, per un ammontare complessivo annuo di 322 miliardi di euro, che corrisponde a un importo medio per prestazione di 14.150 euro. Rispetto al 2021, il numero di prestazioni è aumentato dello 0,06 per cento, mentre l’importo complessivo è cresciuto del 2,9 per cento. L’aumento delle prestazioni pensionistiche, che oggi sono 16 milioni per un importo medio del reddito da pensione di 19.976 euro, è dovuto principalmente alla crescita delle pensioni di invalidità e di reversibilità, mentre sono stabili le pensioni di vecchiaia.

Ancora forti disuguaglianze di genere in ambito economico

Il report dell’Inps sottolinea anche il pessimo stato della parità di genere economica in Italia. Le donne pensionate sono 8 milioni e 337 mila, contro 7 milioni e 794 mila di uomini. E sebbene le donne rappresentino la maggioranza dei pensionati, il 52 per cento, percepiscono solo il 44 per cento dei redditi da pensione. Il reddito medio da pensione delle donne è 16.991 euro, inferiore del 27 per cento rispetto a quello degli uomini, di 23.1673 euro. Una disparità generata da diversi fattori, quali una minore presenza delle donne nel mercato del lavoro rispetto agli uomini, alla quale si aggiungono una retribuzione inferiore a parità di mansione, nonché lo svolgimento di un maggior numero di professioni poco pagate. Inoltre, le donne tendono ad avere carriere più discontinue, a causa di un sistema culturale e politiche di welfare che fanno sì che il carico famigliare ricada maggiormente su di loro. Secondo i dati Istat, nel 2022 la differenza nella retribuzione media oraria tra donne e uomini in Italia è stata del 5,0 per cento, che corrisponde a un guadagno medio inferiore di 5,0 euro all’ora rispetto agli uomini.

Il 58 per cento delle pensioni erogate sono inferiori a 1.000 euro

Passando agli importi degli assegni pensionistici, il 58 per cento delle pensioni erogate nel 2022 ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro, mentre la quota di pensionati con un reddito da pensione al di sotto di questa soglia scende al 31,9 per cento, per la possibilità di cumulo di più trattamenti pensionistici. L’Inps ha spiegato che la percentuale dei redditi sotto ai mille euro è più alta per le donne (39,4 per cento) rispetto agli uomini (23,9 per cento). Si tratta di 5,15 milioni di pensionati nel complesso che ricevono l’11 per cento della spesa totale. I pensionati con i redditi più alti (almeno 5 mila euro al mese lordi) sono 365.957 (il 2,3 per cento del totale) e concentrano il 9,4 per cento della spesa.

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