In Argentina i sindacati si preparano a scendere in piazza

Se lo scenario sociale era già teso a causa della crisi economica, il trionfo dell’ultraliberista di destra estrema Javier Milei, e la prospettiva di una nuova svalutazione del peso accrescono il rischio di un dicembre caldo, con sindacati e movimenti legati al peronismo di sinistra che si stanno organizzando per manifestazioni di protesta.

I sindacati: «Il popolo ha votato arrabbiato e ha ragione»

«Scenderemo in piazza, convinti di ciò che dovremo affrontare. Lo abbiamo già fatto in altre occasioni. Il popolo ha votato arrabbiato e ha ragione, ma difenderà i propri diritti», ha detto al quotidiano Clarín Juan Carlos Alderete, coordinatore generale della Corrente Classista e Combattiva. Il delegato non esclude un’articolazione tra le organizzazioni raggruppate nella Unión de Trabajadores y trabajadoras de la economía popular (Utep), come il Movimento evita, Somos barrios de pie e CCC – e l’Unità piquetera, includendo anche la Confederación general del Trabajo de la República Argentina (Cgt). «Siamo in contatto permanente. Sarà un’alleanza molto forte», ha assicurato Alderete. L’elezione di Milei ha segnato una svolta nella politica argentina. Il suo programma di governo, che prevede una drastica riduzione del ruolo dello Stato nell’economia, è destinato a portare a un profondo cambiamento del Paese. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se Milei sarà in grado di realizzare le sue promesse e portare l’Argentina fuori dalla crisi. Tuttavia, è già chiaro che la sua vittoria ha rappresentato una sconfitta per il peronismo, che ha dominato la scena politica argentina per decenni.

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