Il sindaco di Cecina fermato con la cocaina: «Non è reato, non mi dimetto»

Il sindaco Pd di Cecina, Samuele Lippi, fermato dai carabinieri nei giorni scorsi vicino a un boschetto frequentato dagli spacciatori e trovato in possesso di mezzo grammo di cocaina per uso personale, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Di professione perito informatico ed elettronico, il primo cittadino, dopo aver fatto outing sui social e aver chiesto scusa a moglie e figli, ha dichiarato: «Sono caduto, ma sono già in piedi. Mi serve ancora un po’ di tempo. Ho firmato una dichiarazione di impedimento temporaneo al prefetto. A fine estate tornerò in Comune, con più entusiasmo, con più forza di prima».

Il sindaco pd di Cecina, fermato dai carabinieri e trovato in possesso di cocaina, si racconta in un'intervista al Corriere della Sera.
Samuele Lippi, sindaco pd di Cecina (foto Facebook).

Lippi: «Non penso alle dimissioni»

Alla domanda del giornalista sul pensiero di dimettersi, Lippi ha risposto in  modo categorico: «Assolutamente no. Non ho commesso reati, la legge consente il possesso di un modico quantitativo di stupefacenti per uso personale. Non sono un tossicodipendente, non ho dipendenza». Il sindaco ha poi ammesso di aver assunto cocaina «quando era sotto stress, al massimo una, due volte la settimana» specificando «l’uso limitato dello stupefacente non ha mai compromesso le mie facoltà intellettive e non sono mai stato schiavo delle sostanze. Sono un uomo libero, come lo sono sempre stato in politica».

«Centinaia i messaggi di affetto e di stima»

Sulla reazione della comunità, il 52enne si è detto «sbalordito» dalle «centinaia di messaggi di affetto e di stima» provenienti non solo dai cittadini, ma anche dai politici «n modo trasversale, di destra di sinistra». Dopo l’ammissione dello sbaglio, Samuele Lippi ha concluso «Ho deciso di non usare più sostanze. Senza di me Cecina sarebbe seriamente danneggiata» per via del «commissariamento del municipio» con il rischio di «perdere i soldi del Pnrr e di mandare in fumo progetti importantissimi come il porto». A preoccuparlo maggiormente la considerazione della sua famiglia: «Mi fa stare male l’angoscia di mia moglie. Sono devastato dalla sofferenza dei miei figli quando chiedono loro che cosa ha fatto il babbo».

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