Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e i dubbi sull’affidabilità dell’Ucraina

A quasi un anno dalle esplosioni sotto il Mar Baltico si può dare ormai per certo che a far saltare il gasdotto Nord Stream non siano stati i russi. Molto probabile invece che siano stati gli ucraini, stando a tutto ciò che in questi mesi hanno mostrato le indagini ufficiali, in primo luogo quelle della procura generale tedesca, e i vari elementi resi pubblici dalla stampa internazionale, dagli Stati Uniti alla Germania, passando per Svezia e Danimarca. La pista dei sabotatori ha quindi portato non a Mosca, ma a Kyiv, nel bel mezzo di una guerra in cui l’Ucraina dipende per la sua sopravvivenza dal sostegno occidentale.

Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e i dubbi sull'affidabilita? dell'Ucraina
Il sabotaggio del Nord Stream nel settembre 2022 (Getty).

Pur mancando l’ufficialità della questione, ammesso e non concesso che un giorno arriverà, la vicenda pone un sostanziale problema, ormai ben conosciuto all’interno delle cancellerie, ma nemmeno ai margini della discussione pubblica internazionale, piuttosto proprio assente: quello di come ci si debba comportare con un alleato che, oltre a combattere il nemico, bombarda un’infrastruttura critica di un Paese amico.

La Germania colpita alle spalle da un Paese di cui ha preso le difese

È chiaro che la narrazione del conflitto in Europa e negli Usa ha ben separato il ruolo di aggredito e quello di aggressore, come se in realtà fosse la prima volta che ciò accade, e perciò gli schieramenti sono definiti; è però ormai altrettanto evidente che nel caso Nord Stream si è di fronte a un episodio che rischia di provocare ulteriori fratture, oltre a quelle sempre state presenti, ma ignorate nel nome del nemico comune, nelle fila dell’alleanza occidentale: la Germania è stata colpita alle spalle da un Paese di cui ha preso le difese insieme con tutta la Nato, e l’Ucraina continua sostanzialmente a negare l’evidenza, come si si trattasse di un dettaglio insignificante.

Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e i dubbi sull'affidabilità dell'Ucraina
Un bilaterale tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il cancelliere tedesco Olaf Scholz (Getty).

I dubbi della Nato: quanto è credibile Kyiv e quanto è rischioso un conflitto più diretto?

Al di là delle motivazioni e ragioni dell’operazione di sabotaggio, che rimangono fondamentali nella cornice della guerra ibrida globale dove propaganda e disinformazione non sono ovviamente una prerogativa del Cremlino, l’esempio di Nord Stream è importante anche per intuire quale potrà essere il futuro del conflitto nel caso, facilmente immaginabile allo stato delle cose, che esso prosegua a bassa intensità sulle posizioni attuali. Il punto è quello della credibilità di Kyiv e di quanto la Nato voglia rischiare un conflitto molto più diretto con la Russia.

Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e i dubbi sull'affidabilita? dell'Ucraina
Un disegno del Nord Stream (Getty).

La strategia ucraina fatta di attacchi intensificati contro la Russia 

Nel corso di oltre un anno e mezzo di guerra sono stati innumerevoli gli episodi che hanno scatenato frizioni tra Ucraina e Stati Uniti, i veri antagonisti nel duello geopolitico che sta ridefinendo gli equilibri mondiali: Washington si è dissociata anche pubblicamente dalla strategia ucraina che, pur legittimamente, si è andata intensificando nel prendere di mira obbiettivi in territorio russo, sia con omicidi mirati (Dugina o Tatarsky) sia con attacchi mediante i droni (ultimo quello spettacolare all’aeroporto di Pskov). Ancora un po’ ibrida invece la posizione statunitense sulla Crimea, ma il fatto che gli F-16 sono ancora lungi da arrivare e il ritardo è dovuto a ragioni politiche, proprio ai dubbi cioè che gli Usa hanno sul fatto che non saranno utilizzati sul territorio russo, la dice lunga su quanto sull’affidabilità ucraina ci sia un grande punto di domanda.

L’escalation e i rischi di una risposta nucleare tattica

Chi ha fatto saltare Nord Stream, con un operazione di cui il presidente Volodymyr Zelensky sarebbe stato all’oscuro e che viene comunque ancora negata, si limiterà come continuamente promesso a non bombardare la Russia? Dopo oltretutto che da ormai da un paio di mesi si stanno intensificando in frequenza e profondità gli assalti con i droni, probabilmente già i nuovissimi Bevaer? Gli Stati Uniti, secondo alcuni osservatori i registi dell’operazione Nord Stream che ora puntano l’indice contro Kyiv, vorranno rischiare un’escalation che potrebbe costringere la Russia a una risposta nucleare tattica? O prima della primavera 2024, quando gli F-16 potranno entrare in azione, faranno pressioni sull’Ucraina in direzione di un compromesso che eviti la catastrofe?

Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e i dubbi sull'affidabilita? dell'Ucraina
I segni del bombardamento del gasdotto (Getty).

Nonostante il sabotaggio di Nord Stream sia finito nel dimenticatoio, con la complicità della gran parte media occidentali mainstream, rappresenta un punto chiave nell’ampio contesto conflittuale che parte ancor prima dell’invasione russa dell’Ucraina e rivela contraddizioni e opacità nel campo occidentale che avranno conseguenze sfavorevoli per Kyiv nel prosieguo della guerra.

Powered by WordPress and MasterTemplate