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Il parlamento armeno ha ratificato l’adesione alla Corte penale internazionale
Il Parlamento dell’Armenia ha ratificato lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale. La decisione è stata presa dopo un breve dibattito sulla proposta che ha suscitato le ire di Mosca, tradizionale alleato di Erevan, con cui le relazioni sono diventate molto tese dopo l’offensiva azera nel Nagorno-Karabakh, avvenuta con il “benestare” della Russia. I parlamentari armeni hanno votato a favore della ratifica con 60 voti favorevoli e 22 contrari. La Federazione Russa non vedeva di buon occhio l’adesione, dato che in primavera proprio la Cpi ha emesso un mandato di arresto internazionale contro il presidente Vladimir Putin, ritenuto colpevole della deportazione di bambini ucraini.

Per Erevan la ratifica dà «ulteriori garanzie all’Armenia» contro l’Azerbaigian
Eghiche Kirakosian, funzionario armeno responsabile per gli affari di giustizia internazionale, aveva dichiarato che l’adesione alla Cpi avrebbe creato «ulteriori garanzie per l’Armenia» contro l’Azerbaigian, che ha ottenuto una fulminea vittoria militare, ponendo fine al separatismo armeno del Nagorno-Karabakh. La ratifica di questo status fa sì che una potenziale invasione del Paese «ricada sotto la giurisdizione della Corte penale internazionale», il che avrà un «effetto deterrente», aveva sottolineato Kirakosian.

Il Cremlino: «Speriamo che la decisione non abbia un impatto negativo sulle nostre relazioni bilaterali»
La prospettiva aveva suscita l’ira della Russia, che aveva giudicato «estremamente ostile» anche solo il fatto che Erevan prendesse in considerazione l’adesione. «Speriamo ovviamente che queste decisioni non abbiano un impatto negativo sulle nostre relazioni bilaterali», aveva dichiarato il portavoce del presidente russo Dmitri Peskov. Le relazioni tra Armenia e Russia attraversano un momento di turbolenza, con Erevan che accusa Mosca di averla abbandonata di fronte all’Azerbaigian, molto più ricco e meglio armato, cosa che il Cremlino nega. La Russia si è ritirata dalla Cpi nel 2016.
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