Il James Webb individua la galassia più lontana simile alla Via Lattea

Dal suo lancio nel Natale 2021, il telescopio James Webb ha consentito di scoprire incredibili dettagli sulla formazione e la struttura del cosmo. In appena due anni di attività, ha fornito informazioni sull’evoluzione delle stelle e dei pianeti nonché sullo sviluppo di condizioni adatte alla vita. Le nuove immagini fornite dalla Nasa hanno permesso di osservare la galassia simile alla nostra Via Lattea più lontana di sempre. Si tratta di Ceers-2112, sistema stellare a spirale barrata risalente a 11,7 miliardi di anni fa. «Ci permette di guardare l’Universo primordiale, creatosi poco dopo il Big Bang», ha spiegato alla Cnn Luca Costantin, ricercatore del Centro di Astrobiologia di Madrid e autore dello studio. «La sua struttura esisteva appena 2,1 miliardi dopo la formazione dell’intero cosmo». La ricerca, che promette di aggiornare sensibilmente le conoscenze, è disponibile integralmente sulla rivista scientifica Nature.

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L’evoluzione delle galassie primordiali e la presenza della materia oscura

Per ottenere le immagini, il telescopio James Webb ha fatto ricorso alla NIRCam, sua principale fotocamera che consente di coprire lunghezze d’onda vicine agli infrarossi. Lo strumento della Nasa riesce così a vedere dettagli prima d’ora impossibili, nonostante le già ampie potenzialità di Hubble, lanciato in orbita bassa nel 1990. Le ultime foto che ha inviato sulla Terra hanno inquadrato una galassia a spirale barrata, ossia dotata di un bulbo centrale da cui si ramificano due prolungamenti di stelle che ricordano, appunto, una barra. Un fenomeno che gli scienziati non credevano possibile agli albori del cosmo. «Nell’Universo primordiale il caos regnava incontrastato e pochissime strutture ricordavano la Via Lattea», ha sottolineato il dottor Alexander De La Vega, ricercatore in California. «Non credevamo potesse esserci una stabilità tale da consentire una formazione delle barre e persino il loro mantenimento ordinato».

Scoperta la galassia a spirale barrata risalente a 2 miliardi di anni dopo il Big Bang. Così il James Webb apre una finestra sul passato.
Il telescopio James Webb prima del lancio (Getty Images).

La scoperta di Ceers-2112 ha suggerito però che l’evoluzione delle galassie a spirale barrata abbia richiesto appena 1 miliardo di anni, forse anche meno. «Sono maturate molto più velocemente di quanto credevamo finora», ha proseguito De La Vega. «Alcune teorie sulla formazione del cosmo richiedono una revisione». Gli astronomi potranno concentrare i prossimi studi anche sulla materia oscura. Sebbene nessuno sia riuscito a rilevarla, si ritiene che costituisca l’85 per cento dell’Universo e che potrebbe aver giocato un ruolo cruciale anche nella nascita delle galassie. In aiuto arriveranno anche le scoperte del telescopio Euclid dell’Agenzia spaziale europea, realizzato con il contributo di 200 scienziati italiani e progettato proprio per mappare la materia oscura nello spazio.

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James Webb e Hubble creano l’immagine più sgargiante dell’Universo

Pur lavorando distintamente, i due telescopi James Webb e Hubble hanno dato anche vita a scatti condivisi davvero spettacolari. Il 10 novembre la Nasa ha svelato infatti un ammasso di stelle situato a 4,3 miliardi di anni luce dalla Terra e composto da due galassie in rotta di collisione. L’immagine combina la vista a infrarossi del Webb e i dati nello spettro di luce visibile di Hubble, tramite cui distinguere le varie lunghezze d’onda e dunque la distanza delle galassie. Le più lontane assumono, anche per l’abbondanza di polvere cosmica, un colore rosso, mentre quelle blu sono relativamente vicine e ospitano processi di formazione stellare.

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