Il Giappone e il karoshi: perché si muore ancora per troppo lavoro

In Giappone si può morire per troppo lavoro. Un fenomeno che i locali chiamano karoshi, letteralmente “morte per superlavoro”, e che affligge da anni il Sol Levante. L’ultimo caso, come ha riportato il servizio radiotelevisivo nazionale NHK, riguarda Shingo Takashima, giovane medico di Kobe, che nel maggio 2022 si è tolto la vita dopo 207 ore di straordinario al mese per 90 giorni. Ad appena 26 anni, non ha retto i ritmi troppo stressanti richiesti dall’ospedale. «Mi diceva che nessuno si sarebbe preso cura di lui», ha raccontato ora, dopo oltre un anno, la madre in conferenza stampa. «Lamentava che tutto era diventato troppo difficile». Eppure il Konan Medical Center in cui lavorava ha negato ogni accusa. «I medici trascorrono molto tempo da soli per studiare o riposarsi», ha sottolineato un portavoce dell’ospedale. «Non è possibile stabilire con precisione l’orario di impiego».

Giappone alle prese con il karoshi, la morte per superlavoro. L'ultimo caso con un medico 26enne suicida. Le misure adottate dal governo.
Un dipendente giapponese in giacca e cravatta per le strade di Tokyo (Getty Images).

In Giappone giornate da oltre 12 ore lavorative e ferie quasi assenti

I ritmi di lavoro in Giappone da tempo sono ai limiti del sostenibile. In un video diventato virale nel 2015, un ragazzo di Tokyo di nome Stu aveva documentato una giornata tipo per un dipendente del settore finanziario. Si alza la mattina presto, di solito poco dopo l’alba, per correre in ufficio dove rimane per almeno 13 ore. Non esce infatti quasi mai prima delle 23, dove ha inizio una corsa frenetica per trovare l’ultimo treno in grado di riportarlo a casa. Bilancio settimanale? Ben 73 ore di lavoro a fronte di appena 35 di sonno. «Non merito compassione, quando ho firmato il contratto sapevo a cosa andavo incontro», ha precisato il ragazzo. «Ho solo voluto informare la gente sulla situazione».

L’overwork in Giappone è stato confermato dall’Economist, con un focus sulle ferie quasi del tutto assenti. Per i neo assunti si parla di 10 giorni all’anno, ma solo il 5 per cento le richiede. Ritmi infernali che spingono alcuni dipendenti a sbronzarsi talmente tanto la sera da non riuscire nemmeno a tornare a casa. Un fenomeno così ricorrente da aver spinto i negozi di abbigliamento ad abbassare i prezzi per camicie e cravatte al mattino. In tanti però non reggono la pressione e spesso finiscono per suicidarsi. Come Matsuri Takahashi, 24enne dipendente dell’azienda pubblicitaria Detsu, che si gettò dalla finestra la notte di Natale del 2015. Oppure Kiyotaka Serizawa, impiegato edile che nello stesso anno si tolse la vita dopo aver lavorato per mesi circa 90 ore a settimana.

Nel 2024 è in arrivo una riforma per ridurre il lavoro dei medici

Il governo ha già attivato alcune misure per favorire i dipendenti. Secondo un sondaggio del ministero della Salute del 2022, l’8,6 per cento delle aziende private ha adottato la settimana lavorativa da quattro giorni. Una mossa che ha subito incontrato il favore dei lavoratori tanto che, come ha ricordato Nikkei ad aprile, si pensa di espanderla anche al settore pubblico. Nel 2024 invece arriverà una riforma per il settore sanitario, vessato da ritmi insostenibili soprattutto nei reparti di chirurgia, ostetricia e ginecologia. NHK ha spiegato che dall’aprile prossimo, il lavoro straordinario dei medici sarà fissato a 960 ore annuali. Già attivi invece gli sportelli online per chi soffre di ansia e preoccupazioni per la propria salute. Disponibili sul sito ufficiale del ministero, presentano anche indicazioni per raggiungere il centro medico più vicino.

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Un uomo dorme in stazione dopo una lunga giornata di lavoro (Getty Images).
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