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I giornalisti di Repubblica si dissociano dall’articolo di Alain Elkann giudicato «classista»
Il comitato di redazione di Repubblica ha inviato una mail a colleghe e colleghi per prendere le distanze da un articolo uscito sulle pagine culturali la mattina del 24 luglio. Si tratta di un pezzo firmato da Alain Elkann che si intitola: “Sul treno di Foggia con i giovani “lanzichenecchi””. Il padre dell’editore di Repubblica ha raccontato il suo viaggio sul treno Roma-Foggia, sottolineando il disturbo arrecatogli da giovani rumorosi. Per questo i giornalisti si sono dissociati «dai contenuti classisti contenuti nello scritto».
Il cdr: «Repubblica vicino ai più deboli»
Come riporta il Fatto Quotidiano nella nota inviata via mail dal cdr si legge: «Questa mattina la redazione ha letto con grande perplessità un racconto pubblicato sulle pagine della Cultura del nostro giornale, a firma del padre dell’editore. Considerata la missione storica che si è data Repubblica sin dal primo editoriale di Eugenio Scalfari, missione confermata anche ultimamente nel nuovo piano editoriale dove si parla di un giornale “identitario” vicino ai diritti dei più deboli, e forti anche delle reazioni raccolte e ricevute dalle colleghe e dai colleghi, ci dissociamo dai contenuti classisti contenuti nello scritto. Per i quali peraltro siamo oggetto di una valanga di commenti critici sui social che dequalificano il lavoro di tutte e tutti noi, imperniato su passione, impegno e uno sforzo di umiltà».
Nell’articolo riferimenti a vestiti e atteggiamenti
Nel suo articolo Alain Elkann racconta il fastidio provato per chi, nel suo vagone, parla di «calcio, giocatori, partite, squadre, usando parolacce e un linguaggio privo di inibizioni», mentre lui scriveva annotazioni sui giornali o su «la Recherche du temps perdu di Marcel Proust» con la sua «penna stilografica». Elkann, con indosso «un vestito di lino blu e una camicia leggera» osserva i ragazzi con «t-shirt bianca e pantaloncini corti neri» rigorosamente senza orologio. L’articolo si conclude così: «Arrivando a Foggia, mi sono alzato, ho preso la mia cartella. Nessuno mi ha salutato, forse perché non mi vedevano e io non li ho salutati perché mi avevano dato fastidio quei giovani ‘lanzichenecchi’ senza nome».
Gilioli ironizza: «Racconto drammatico»
L’articolo ha fatto discutere e anche sui social c’è chi lo ha commentato, spesso con sarcasmo. Come nel caso di Alessandro Gilioli, direttore di Radio Popolare, che in un post su Facebook ironizza: «C’era un tempo in cui Alain Elkann aveva una rubrica settimanale sulla Stampa, in quanto genero del proprietario. La leggenda vuole che i redattori lo mettessero crudelmente in pagina lasciando intatti i suoi svarioni grammaticali e ortografici, per vendicarsene silenziosamente. Oggi invece Alain Elkann ha scritto su Repubblica, in quanto padre del proprietario. E offre il racconto, drammatico e toccante, di un suo viaggio in treno, da Roma a Foggia, su un Italo, in prima classe».