Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
I giornalisti de La Stampa annunciano 5 giorni di sciopero
La redazione de La Stampa è pronta a scioperare per 5 giorni dal primo di settembre. Ad annunciarlo è l’assemblea dei giornalisti, che in un comunicato chiede che vengano «ripristinate immediatamente corrette relazioni professionali e sindacali» nei propri confronti.
La nota: «Sconcerto e rabbia per la vendita dei giornali locali»
Nel comunicato, i giornalisti spiegano: «Tale decisione deriva dallo sconcerto e dalla rabbia per come direzione e azienda stanno gestendo la vendita dei giornali locali Gnn del Nord Est, cessione non ancora perfezionata ma che ha già comportato il passaggio all’Ansa dei contenuti nazionali prima realizzati dalla nostra testata. Questo contratto ha comportato la chiusura del settore che si occupava di fornire i contenuti Stampa ai suddetti giornali. I nostri colleghi sono stati ridistribuiti in altre sezioni del giornale, ma senza essere stati consultati o contattati, cosa espressamente richiesta dal Comitato di redazione alla direzione. Una mancanza di rispetto personale e professionale che stigmatizziamo e che è indice di una pessima considerazione del corpo redazionale. Solo un intervento del Cdr ha fatto sì che un caporedattore de La Stampa non venisse “prestato” per gestire i rapporti tra Ansa (altra testata) e i giornali locali Gnn che hanno un proprio direttore e una propria redazione».
L’assemblea dei giornalisti: «Nave alla deriva»
La redazione prosegue: «Tutto ciò è avvenuto perché, come da troppo tempo accade, le decisioni giornalistiche vengono assunte a tempo scaduto, nella totale disorganizzazione e senza alcuna consultazione con i diretti interessati. Un atteggiamento che il Cdr non è più disposto a tollerare, essendo anche una violazione del contratto nazionale. A ciò si aggiunge la grave situazione che denunciamo da tempo: settori e redazioni sguarniti, colleghi usati come tappabuchi, mancanza di organizzazione del lavoro e di strategie chiare nella transizione al digitale, arroganza o indifferenza nei rapporti personali. Situazione non più accettabile. Finché i rapporti professionali e sindacali non saranno correttamente ripristinati dalla direzione, verranno interrotte tutte le iniziative non strettamente legate alla produzione del giornale e del sito, a tutela della qualità de La Stampa e per rispetto dei nostri lettori. Potranno riprendere solo se si registrerà un deciso cambio di passo: la nostra nave oggi alla deriva deve tornare a essere l’imbarcazione corsara e agile prospettata dal direttore Massimo Giannini al momento del suo insediamento».