Henry Winkler tra Fonzie e la dislessia sul set di Happy Days: «Era umiliante»

Ribelle, esperto di motociclette e soprattutto un gran dongiovanni, grazie a occhiali da sole alla moda e la sua immancabile giacca di pelle. Chi ama Happy Days, la fortunata sitcom andata in onda per 10 anni dal 1974 al 1984, non può non apprezzare il personaggio di Arthur Fonzarelli, per tutti Fonzie, e dunque il suo interprete, Henry Winkler. Per creare il popolare amico del protagonista Richie Cunningham (Ron Howard), l’attore oggi 77enne ha dovuto combattere contro la dislessia, che gli ha causato diversi problemi sul set. Una malattia che gli venne diagnosticata a 31 anni, quando era già all’apice del successo. A raccontarlo è la stessa star in Being Henry: Fonz… and Beyond, nuova autobiografia in uscita il 31 ottobre negli States. «Ero dannatamente arrabbiato», ha scritto Winkler in un estratto riportato da People. «Mi sentivo imbarazzato e inadeguato».

Il racconto di Henry Winkler: «Sentivo di deludere tutto il cast»

Nel suo libro di memorie, la star del piccolo schermo ha ricordato le difficili letture del copione assieme al resto del cast e ai membri della troupe. «Ogni lunedì, alle 10 del mattino, guardavamo la sceneggiatura di tutta la settimana», ha raccontato Henry Winkler. «Ogni volta perdevo il filo o inciampavo con le battute, dimenticando di leggere una riga o una parola». L’interprete di Fonzie ha poi spiegato che la dislessia non gli consentiva di dare il giusto tono alle sue frasi, rovinando di conseguenza l’intera scena e la performance dei colleghi sul set. «A volte fissavo una parola senza avere idea di come pronunciarla». Pur potendo contare sulla comprensione e il supporto dell’intero cast di Happy Days, la star ha rivelato di aver sempre lavorando «sentendo di deluderli».

Henry Winkler, volto di Fonzie in Happy Days, in un'autobiografia racconta la lotta alla dislessia: «Mi sentivo inadeguato e imbarazzato».
Una scena della sitcom Happy Days (Screenshot YouTube).

«Dovevo chiedere le mie parti del copione in anticipo, in modo da leggerle più volte degli altri», ha scritto in Being Henry. «Tutto ciò ha messo ulteriore pressione agli sceneggiatori, che già erano sotto stress dovendo scrivere in rapida successione. Interpretavo il ragazzo più figo del mondo, ma la mia condizione era davvero umiliante e vergognosa per me, soprattutto quando gli altri attori mi fissavano in attesa». Quando ricevette la diagnosi della dislessia, Henry Winkler ricorda di aver dato sfogo alla sua rabbia, credendo di aver buttato anni di sacrifici e diverbi con i genitori. «Non ero l’uomo che avevo scelto di essere», ha precisato l’attore. «Poi però ho capito che dovevo combattere e non cedere al nervosismo».

La lotta alla dislessia attraverso una serie di libri per ragazzi

«Parlare con altri ragazzi che hanno la mia stessa malattia, mi ha fatto scoprire che abbiamo storie simili», ha concluso Henry Winkler nella sua autobiografia. «Tutti noi ci siamo sentiti inadeguati e imbarazzati». Dal 2013 ha iniziato a pubblicare la serie di romanzi per bambini Hank Zipzer il superdisastro che seguono le avventure dell’omonimo protagonista, un giovane dislessico in giro per il mondo. Dalle vacanze estive alle cascate del Niagara fino alla rivalità con i compagni di classe per le olimpiadi scolastiche, si ritrova sempre a dover combattere con la sua malattia, riuscendone vincitore e consegnando ai lettori una lezione o consigli per affrontare la vita di tutti i giorni.

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