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Greta Thunberg è stata multata per resistenza alla polizia: «Nego ogni reato»
Greta Thunberg dovrà pagare una multa di 1.500 corone, pari a circa 130 euro, per non aver rispettato un ordine della polizia. La notizia è rapidamente circolata dopo che l’attivista svedese è stata in tribunale, a Malmo nel sud della Svezia, per il processo in cui è accusata di «resistenza alle forze dell’ordine». La vicenda risale al 19 giugno quando la 20enne «ha partecipato a una manifestazione che ha disturbato il traffico e si è rifiutata di obbedire all’ordine della polizia di lasciare il luogo». Thunberg e un gruppo di attivisti hanno bloccato la strada su cui solitamente transitano i camion che trasportano petrolio verso il porto.
Greta Thunberg: «Nego ogni reato»
In tribunale Greta Thunberg ha affermato: «Nego ogni reato». E come riporta il quotidiano Sydsvenskan, ha aggiunto: «Le mie azioni sono giustificabili. Credo che ci troviamo in un’emergenza che minaccia la vita, la salute e le proprietà. Innumerevoli persone e comunità sono a rischio sia a breve sia a lungo termine». In precedenza, su Instagram, l’attivista svedese aveva dichiarato: «Abbiamo scelto di non essere spettatori e di fermare fisicamente l’infrastruttura dei combustibili fossili. Stiamo reclamando il futuro». La multa arriva a quasi cinque anni dalla prima azione di Greta Thunberg. Nell’agosto del 2018, a 15 anni, si è seduta da sola, davanti al Parlamento svedese, con un cartello con su scritto: «Sciopero scolastico per il clima».
Gli attivisti di Ta tillbaka framtiden: «Reclamiamo il futuro»
Oltre al gruppo guidato da Greta Thunberg, sul luogo della protesta si trovavano anche gli attivisti di Ta tillbaka framtiden. Si tratta di un movimento, che tradotto significa Rivendica il futuro, che protesta contro l’uso dei combustibili fossili. Una di loro, Irma Kjellstrom, ha dichiarato ad Afp: «Se il tribunale decide di considerare la nostra azione come un reato penale, può farlo, ma noi sappiamo che abbiamo il diritto di vivere, e l’industria dei combustibili fossili sta bloccando questo diritto. Noi giovani non aspetteremo, ma faremo tutto il possibile per fermare questa industria che sta bruciando le nostre vite».