Gli imbarazzi di Sangiuliano per la mostra su Tolkien, il timone di Oggi a Marianna Aprile e altre pillole

Mi si nota di più se ci vado o se non ci vado? A Londra stanno riflettendo se appoggiare platealmente – oppure defilarsi “all’inglese” – la mostra che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha voluto dedicare a Tolkien e che sarà allestita nella Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, a Valle Giulia. Che è situata proprio accanto a quei giardini dove Pier Paolo Pasolini andava “a caccia” di giovani, nelle notti romane. Fatto sta che mercoledì 8 novembre nella sede del dicastero Sangiuliano annuncerà con una conferenza stampa la mostra “Tolkien. Uomo, Professore, Autore”, che sarà inaugurata il 15 novembre da Giorgia Meloni in persona. Cosa c’è che non va? La presenza di Edward Llewellyn, ambasciatore del Regno Unito in Italia, è «in attesa di conferma». È stato scritto anche nella nota stampa inviata alle redazioni. Carlo III sta riflettendo se conviene fare andare un suo rappresentante a un incontro che appare più politico che culturale. Se non ci andrà, qualcuno già scommette che verrà evocata la perfida Albione.

Gli imbarazzi di Sangiuliano per la mostra su Tolkien, il timone di Oggi a Marianna Aprile e altre pillole
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (Imagoeconomica).

Oggi è Aprile

È tempo di decisioni in casa Rcs. Urbano Cairo deve dare una svolta a qualche testata del gruppo, e al primo posto appare Oggi: la guida di Carlo Verdelli, classe 1957, pare non soddisfare il patron e i dirigenti, si registra «un po’ di stanchezza», come dice la premier Giorgia Meloni agli interlocutori sconosciuti che le piazzano trappole telefoniche. Negli ultimi numeri del settimanale, poi, si legge di tutto: missive dei lettori che lamentano gli spazi dati per intervistare “tangentisti” e non solo, titolari di rubriche che dicono «mi occupo di scrittura e letteratura ma il direttore vuole che faccia articoli di televisione», quasi fosse un demansionamento, errori sparsi nelle pagine, una sciatteria imperdonabile per chi acquista un settimanale.

Gli imbarazzi di Sangiuliano per la mostra su Tolkien, il timone di Oggi a Marianna Aprile e altre pillole
Carlo Verdelli e Urbano Cairo (Imagoeconomica).

E allora che si fa? La filosofia trionfante prevede di valorizzare chi va nel piccolo schermo, ovviamente quello di casa, a La7. Persone che già scrivono sulla testata Rcs. E allora l’identikit porta a Marianna Aprile, firma di punta di Oggi e presenza fissa sulla rete tivù padronale. A fine anno verranno svelate le carte aziendali. E Verdelli? «Era perfetto per 7, il supplemento del Corriere della sera», affermano gli urbaniani cairoliani di ferro.

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Marianna Aprile (Imagoeconomica).

La Rai è Rothko

Dal giro d’Italia alla mostra su Mark Rothko: Alessandra De Stefano è passata dalla direzione di Rai Sport alle corrispondenze dalla capitale francese, una sede ricca di notizie dalla mattina alla sera, realizzando anche servizi dedicati alle grandi esposizioni. E non a caso: la giornalista è sorella minore di Silvana De Stefano, artista che ha creato opere per Finmeccanica e Sace, esponendo a Palazzo Venezia, e che per anni ha lavorato in uno studio situato a pochi passi dalla Piramide Cestia, a Roma, in uno degli spazi sgomberati di via Caselli.

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Alessandra De Stefano (Imagoeconomica).

Missoni d’Arabia

Un accordo tra Missoni e il gruppo Dar Global per realizzare una zona residenziale a pochi passi dalla spagnola Marbella. L’iniziativa “Marea, interiors by Missoni” permetterà di offrire «abitazioni esclusive, di lusso senza pari in una delle località più ambite d’Europa», ha affermato Ziad El Chaar, amministratore delegato di Dar Global, filiale della più grande società immobiliare dell’Arabia Saudita Dar Al Arkan. «Siamo entusiasti di arredare questi appartamenti con i tessuti e il design più raffinati, che daranno alle residenze mediterranee una finitura unica e originale», ha dichiarato Livio Proli, ad di Missoni. E pensare che lo scomparso Ottavio, per la sua carnagione scura, a Londra lo avevano soprannominato per anni come “l’arabo”.

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