Giulia Cecchettin, flash mob degli studenti di Padova: «Perché sia davvero l’ultima»

Dopo le manifestazioni di domenica a Treviso e Vigonovo, diverse centinaia di studenti si sono radunati nella mattinata di lunedì 20 novembre nel cortile del corso di laurea in Ingegneria a Padova frequentato da Giulia Cecchettin, per un flash mob rumoroso contro i femminicidi in Italia.

Gli studenti: «Deve arrivare l’impegno dello Stato e della scuola»

Alla manifestazione è stato presente anche il direttore di dipartimento, Gaudenzio Meneghesso, mentre nelle aule l’inizio delle lezioni è stato introdotto da un minuto di silenzio. Presenta anche Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli studenti, secondo cui «dobbiamo riconoscere la matrice di questa morte. Quello di Giulia Cecchettin è un femminicidio, serve avere il coraggio di riconoscere che il sistema in cui siamo è intriso di una profonda e radicata cultura dello stupro. Soprattutto però, deve arrivare l’impegno delle Istituzioni, dello Stato, della scuola e delle università». Sempre a Padova, la Rete degli Studenti ha organizzato l’esposizione di striscioni nelle scuole superiori della città, tra cui il liceo Tito Livio frequentato da Cecchettin: «Che questa scuola possa cambiare, perché sia davvero l’ultima», recitano. In serata, alle 19.30, il collettivo Non una di meno Trento ha organizzato, come accadrà in contemporanea con altre città d’Italia, una manifestazione in memoria della giovane e per dire basta ai femminicidi e alla violenza di genere.

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