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Giorgia Meloni e la manovra prudente
Prudenza. È il concetto su cui più insiste Giorgia Meloni quando affronta il tema della manovra, la sfida principale con cui il suo governo dovrà confrontarsi dopo l’estate. Un dossier, riporta l’Ansa, già aperto dalla premier, che in questo periodo di vacanza ha comunque già iniziato a lavorare, spiegano persone a lei vicine, chiedendo a tutti i ministeri dei report sulla loro azione. Per lei sono gli ultimi giorni di relax in Puglia, è attesa a Roma al più tardi sabato (ora vengono escluse appendici di vacanze all’isola d’Elba o alle Pontine), e poi lunedì si riunirà il Consiglio dei ministri.

Tassazione extraprofitti: entrata stimata di circa 3 milardi
Senza risorse non si potrà mettere a punto una manovra espansiva, è la constatazione che filtra dal vertice del governo. Anche in quest’ottica è stata varata a inizio agosto la misura della tassazione degli extraprofitti delle banche, da cui si stima un’entrata di circa 3 miliardi di euro. Altri interventi simili, sui settori industriali come quello della farmaceutica, non sono esclusi nei prossimi mesi. Da FI Erica Mazzetti punta sul «taglio alla spesa improduttiva e superflua, che si annida soprattutto nei sistemi statali». Meloni intanto predica prudenza responsabilità ai suoi ministri, l’atteggiamento con cui rivendica di aver finora mantenuto a bassi livelli lo spread (60 punti più basso di un anno fa) tra Btp e Bund decennali tedeschi. Un approccio, si ragiona in ambienti dell’esecutivo, consigliato anche dal rallentamento dell’economia della stessa Germania.