Giorgetti sulla Manovra: «Sarà complicata e non si potrà fare tutto»

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha espresso le proprie preoccupazioni e quelle del governo sulla fattibilità della Manovra. Al meeting di Rimini, in videocollegamento, ha ammesso che sarà complicato andare avanti su tutti i temi e che bisognerà «decidere delle priorità». Il problema fondamentale è la scarsità delle risorse, come spiega Repubblica. Giorgetti si è focalizzato soprattutto sulla sostenibilità previdenziale. Ha sottolineato come attuare la riforma delle pensioni con gli attuali «numeri della denatalità» risulterà impossibile.

Giorgetti: «Sarà una legge di bilancio complicata»

Il ministro dell’Economia è stato chiaro: «Noi come governo ci approcciamo alla legge di bilancio, sarà una legge di bilancio complicata, tutte lo sono. Siamo chiamati, poiché facciamo politica, a decidere delle priorità: non si potrà fare tutto, certamente dovremo intervenire a favore dei redditi medio bassi, ma dovremo anche usare le risorse a disposizione per promuovere la crescita. Questo è l’indirizzo».

Giorgetti sulla Manovra «Sarà complicata e non si potrà fare tutto»
Giancarlo Giorgetti ha parlato della Manovra al meeting di Rimini (Imagoeconomica).

Sulle pensioni: «Nessuna riforma tiene con questa denatalità»

L’argomento centrale è quello delle pensioni: «Se riflettiamo sulla crescita economica o sullo sviluppo è opportuna l’aggiunta del termine sostenibile, lo sviluppo sostenibile oggi è normalmente declinato sotto l’aspetto ambientale che è fondamentale, ma se si affronta la questione a tutto tondo non si può negare il fatto che il sistema tiene se le generazioni hanno una continuità. Il tema della denatalità è fondamentale, non c’è nessuna riforma e misura previdenziale che tenga nel medio e nel lungo periodo con i numeri della denatalità che abbiamo oggi».

Sul Patto di stabilità: «La Commissione Ue ha cambiato paradigma»

E Giorgetti ha poi parlato anche di Europa: «La Commissione europea rispetto a qualche anno fa ha completamente cambiato paradigma rispetto alla clausola generale che non si è applicata in questi anni per il Patto di stabilità e crescita che forse, spero di no, partirà dal primo gennaio 2024». Il ministro ha poi ricordato la posizione dell’Italia in chiave europea: «Vogliamo che gli investimenti siano trattati in modo privilegiato e meglio rispetto alle spese correnti. Non possiamo in un momento in cui siamo ancora in una situazione eccezionale tornare a delle regole ignorano la necessità di accompagnare e aiutare famiglie e imprese nella trasformazione che stiamo vivendo».

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