Gina Lollobrigida, la ricostruzione del processo Piazzolla per circonvenzione

Andrea Piazzolla, ex assistente di Gina Lollobrigida, è stato condannato in primo grado a tre anni con l’accusa di «aver approfittato dell’indebolimento della corretta percezione della realtà» e dello «stato di vulnerabilità» che per anni ha reso l’artista suggestionabile. La procura di Roma aveva richiesto una condanna di sette anni e sei mesi di prigione per l’uomo. Secondo gli avvocati della parte lesa, il valore dei beni sottratti supera i 10 milioni di euro, tra cui 350 oggetti preziosi appartenenti all’attrice, venduti tramite un intermediario, Antonio Salvi, anche lui sotto processo. Questa vicenda si protrae da diversi anni e fino alla morte dell’artista, il 16 gennaio 2023, Lollobrigida ha difeso l’ex collaboratore, andando contro suo figlio Andrea Milko Skofic e suo nipote Dimitri.

La perizia psichiatrica: salute mentale consona all’età ma raggirabile

Le azioni intraprese dai magistrati sono scaturite dalle denunce presentate dai familiari dell’artista contro Piazzolla. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe impoverito il patrimonio dell’attrice sfruttando la sua condizione di vulnerabilità psicologica, costringendola a isolarsi dalla famiglia e a compiere una serie di atti legali che le hanno causato un danno finanziario considerevole. Inoltre, avrebbe persuaso Gina Lollobrigida a nominarlo amministratore di diverse sue società e a vendere alcuni appartamenti. Nel 2017, i periti nominati dal gip Maria Paola Tomaselli, nel corso di un’indagine probatoria, hanno delineato il profilo psichiatrico di Gina Lollobrigida definendola in buona salute mentale per la sua età ma influenzabile in determinate situazioni o relazioni. Un anno dopo, il gip di Roma ha disposto il sequestro preventivo dei beni e delle risorse della Vissi d’Arte srl, una società collegata a Piazzolla.

Il rinvio a giudizio e il tutore per la gestione dei beni dell’artista

Il 9 luglio 2020, Piazzolla è stato rinviato a giudizio dal gip di Roma per circonvenzione di incapace continuata e aggravata. Gli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, che rappresentano i familiari di Gina Lollobrigida, si sono detti «soddisfatti della decisione». Alla fine del 2021, il figlio dell’artista ha richiesto un tutore per la gestione degli aspetti ordinari e i beni della madre. L’1 ottobre, la Cassazione ha confermato il decreto di apertura dell’amministrazione di sostegno per Gina Lollobrigida, ma solo per la parte economica. I giudici, infatti, hanno ritenuto che l’attrice fosse in grado di prendere da sola le sue decisioni per la vita quotidiana, ma non quelle per la gestione di soldi, società e immobili.

Gina Lollobrigida: «Andrea Piazzolla è come un figlio per me»

Nel novembre del 2021, Gina Lollobrigida ha rilasciato una lunga intervista a Domenica In e per l’occasione ha parlato anche di Piazzolla: «È come un figlio per me, mi sta accanto come un figlio, mi ha aiutato ad andare avanti. La sua figlia Gina si chiama come me, è una tigre. Andrea non ha mai sbagliato. È una persona brava e per avermi aiutato sta avendo dei guai terribili. La vita è mia e io decido cosa farne. Fare dei regali ad Andrea e la sua famiglia è una cosa che riguarda me, nessun’altro». Parlando, invece, del figlio, ha detto: «La cosa che mi umilia di più e mi da più dolore è mio figlio. Fa male. Ho fatto del bene a mio figlio e come risultato lui è contro di me perché voglio fare quello che voglio della mia vita. Mi hanno sequestrato tutti gli immobili. Un trattamento ignobile. Non voglio più vederlo. Mi sento umiliata perché dovrebbero lasciarmi morire in pace. Non merito questo. Sono accaniti contro di me».

Andrea Milko Skofic sulla madre: «Ho visto un forte cambiamento in lei»

L’1 marzo 2022 Andrea Milko Skofic è stato sentito nel processo per circonvenzione di incapace a carico di Andrea Piazzolla: «Ho visto un forte cambiamento nel comportamento di mia madre, una persona si è approfittata della sua debolezza. Ho deciso di denunciare perché mia madre, dopo la conoscenza di Piazzolla, è cambiata, è diventata fuori controllo. Mia madre era molto attenta a come spendeva i soldi, una persona semplice, non faceva feste. Io vedevo mia mamma tutti i giorni, i nostri rapporti erano buoni, lei era felice di stare con mio figlio. Tutto questo è andato avanti fino a quando non è arrivato Piazzolla, intorno al 2009. A un certo punto mi arrivò una fattura per l’acquisto di un’auto da 120 mila euro da una sua società di cui Piazzolla era diventato amministratore. Capii che era fuori controllo, a lei delle macchine non importava».

Il testamento diviso tra il figlio Skofic e il collaboratore Piazzolla

L’artista è morta a 95 anni, il 16 gennaio 2023. Il 24 gennaio 2023 è stato aperto il testamento, un patrimonio milionario diviso a metà: una parte al figlio Andrea Milko Skofic, l’altra a Piazzolla. Quest’ultimo disse a La Vita In Diretta: «Non prenderò neanche un centesimo. Ho già detto che desidero che la mia parte sia messa a disposizione per quelli che sono i suoi desideri. Quindi anche questa mia parte sarà messa all’interno del trust. Visto che la volontà di Gina è molto chiara e che desiderava non lasciare nulla al figlio, quello che gli chiedo è di rispettare la volontà della mamma e di mettere anche la sua metà. Gina ha sempre avuto un alto tenore di vita, fatto di viaggi e di tutto quello che riguarda i bisogni di una diva che vive nello splendore. La volontà di vendere era arrivata da Gina e non da me».

La richiesta del sostituto procuratore: sette anni e mezzo per Piazzolla

Il 18 settembre 2023, il sostituto procuratore Eleonora Fini ha chiesto una condanna di sette anni e sei mesi di carcere per Piazzolla on l’accusa di circonvenzione di incapace. Ha affermato che Piazzolla ha mantenuto Gina Lollobrigida in uno stato di vulnerabilità e fragilità. Durante la requisitoria, il rappresentante dell’accusa ha ricordato ciò che è emerso durante il dibattimento dai consulenti e periti, sostenendo che tutti concordavano sul fatto che l’attrice avesse subito un indebolimento della capacità di intendere e autodeterminarsi, con una parziale deficienza psichica. I legali dei familiari hanno ribadito di essere di fronte a un evidente e grave caso di circonvenzione di incapace, presentando ulteriori documenti che dimostravano che nell’asse ereditario di Gina Lollobrigida, tra appartamenti, gioielli e conti correnti del valore di oltre 10 milioni di euro, non è rimasto quasi nulla. Secondo i difensori dell’imputato, in questo processo è stato emesso un giudizio anticipato di colpevolezza nei confronti di Piazzolla, influenzato dal mondo mediatico.

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