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Geronimo La Russa al Piccolo Teatro e i due tipi di sistemazione senza scrupoli della prole
Geronimo La Russa, appena nominato dal governo nel consiglio di amministrazione del Piccolo Teatro di Milano, che per la prosa è il più prestigioso palcoscenico italiano, si difende dalle critiche sostenendo che i cognomi dei padri non devono ricadere sui figli. Nella fattispecie, se mi chiamo La Russa e papà è presidente del Senato dovrei forse astenermi da ogni attività pubblica? Certo che no, però magari dovresti astenerti dal sospetto di bulimia da poltrone e accontentarti di essere già consigliere della società che sta costruendo la nuova linea del metrò nonché presidente dell’Aci, il club degli automobilisti italiani. Il troppo stroppia, e farsi bastare quel che si ha può essere saggia cosa. Oltretutto il primogenito di Ignazio appartiene a una famiglia che non si è mai tirata indietro quando c’era qualche posto da occupare. E ora che il partito di riferimento, Fratelli d’Italia, si è preso la guida del Paese, l’attitudine si è fatta ancora più invasiva.
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Gravina e il tentativo di arginare il vulcanico Lotito
Geronimo del resto ha buon gioco nel dire che così fan tutti, indipendentemente dal colore politico di appartenenza. È di pochi giorni fa la notizia che il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina per coprirsi a destra ha assunto i figli di Giancarlo Giorgetti e Antonio Tajani, immaginiamo nel tentativo di arginare il vulcanico Claudio Lotito, tra le tante cose anche senatore di Forza Italia, che da tempo ne reclama lo scalpo.
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Una sistemazione d’oro perché del doman non v’è certezza
Episodi diversi, ma che servono a spiegare le due dinamiche che presiedono alla sistemazione della prole. La prima è quella del tengo famiglia, quindi faccio di tutto per trovare una degna e remunerata sistemazione al sangue del mio sangue perché del doman non v’è certezza, il vento della politica è cangiante al punto che basta un attimo per ritrovarsi dal paradiso alla strada. E magari il pargolo di suo non manifesta doti eccelse tali da fargli presagire un radioso futuro.
Ingraziarsi i padri per assicurarsi protezione o avanzamenti di carriera
La seconda ha a che fare con quella che si potrebbe definire strategia preventiva. In questo caso a essere piazzati non sono i propri figli ma quelli degli altri, con lo scopo di ingraziarsi i padri o le madri ritenuti determinanti per assicurarti una protezione o un avanzamento di carriera. Questa seconda è la modalità più diffusa, ma anche la più cinica e deprecabile. Se nella prima infatti prevale il sentimento, perché a qualunque latitudine i figli so’ piezz’ ‘e core al punto da far cadere ogni considerazione di opportunità, la seconda è mera pratica di palazzo. Clientelare, distruttrice di ogni merito. Utilizzata quasi sempre da chi, a parole, ne fa l’esaltazione.