Forza Italia, Tajani eletto segretario e non presidente: «Realizzeremo i sogni del nostro fondatore»

È il giorno del consiglio nazionale di Forza Italia, che segna l’avvio ufficiale dell’era post-Berlusconi. Nella convinzione che «c’è solo un presidente», Antonio Tajani, braccio destro del Cavaliere, ha proposto di modificare lo statuto sostituendo la parola “presidente” con “segretario nazionale”. Una scelta che è stata approvata all’unanimità dai presenti, che l’hanno eletto tale, e accolta con un applauso di cinque minuti rivolto al leader recentemente scomparso. Presenti in prima fila la ministra Annamaria Bernini, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, il sottosegretario Paolo Sisto, il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani e i capigruppo al Senato e alla Camera Licia Ronzulli e Paolo Barelli.

Tajani legge la lettera dei figli di Berlusconi al partito

Dopo l’ok di oggi alla modifica statutaria, Tajani si chiamerà dunque segretario nazionale e non presidente, carica che resterà per sempre al fondatore Berlusconi. Prima dell’elezione ufficiale, il politico ha letto una lettera che i figli del Cav gli hanno scritto pregandolo di condividerla con il partito: «Carissimo, grazie per la vicinanza che avete dato al nostro papà. E per quello che farete per portare avanti i suoi ideali di libertà e democrazia». Parole che Tajani ha commentato così: «È un incoraggiamento. Realizzeremo i sogni di Berlusconi ma abbiamo bisogno di tutti». Il Consiglio nazionale ha quindi votato, sempre all’unanimità, il documento che affida a lui e agli organi dirigenti monocratici il compito di guidare il movimento fino al Congresso nazionale che dovrebbe tenersi prima delle elezioni europee in programma a giugno 2024.

La proposta di dedicare a Berlusconi il ponte sullo Stretto

Nel documento programmatico è presente anche la proposta di dedicare il ponte sullo Stretto a Berlusconi, idea lanciata già a pochi giorni dalla morte del leader azzurro. C’è anche la proposta di elezione diretta del presidente del Consiglio, il cosiddetto premierato, che rientra in un percorso di riforme costituzionali che il governo Meloni vorrebbe realizzare.

 

 

 

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