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Forza Italia e il documento programmatico, tra ipotesi future e continuità con il passato
Un impegno a continuare «l’opera» di Silvio Berlusconi nel medesimo «spirito di unità che ha sempre voluto». Apre con queste premesse il documento programmatico in possesso di Adnkronos, messo a punto da Antonio Tajani, ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. La lettura delle parti è avvenuta mercoledì 5 luglio alla riunione dei gruppi parlamentari per poi essere postato sulle chat forziste. Il prossimo appuntamento è fissato per il 15 luglio, quando il documento sarà sottoposto all’approvazione del Consiglio nazionale.
Il manifesto politico come «cornice valoriale»
Il testo, visionato da Adnkronos, parla della «cornice valoriale» dalla quale «deriva l’appartenenza al Ppe» che «costituisce parte essenziale» dell’identità partitica. Una Europa descritta come «forte, salda nelle sue radici giudaico-cristiane e nei suoi valori liberali, protagonista nel mondo con una comune politica estera e di difesa, in stretto accordo con gli Stati Uniti e gli altri alleati della Nato». Forza Italia – si legge nella bozza – è impegnata in «un sostegno leale a questo governo per l’intera legislatura e per il futuro». Immancabile il riferimento alle nuove generazioni, al sostegno alla natalità per una tutela della vita «in ogni momento, dal concepimento alla morte naturale, e della famiglia tradizionale, orientata alla crescita dei figli».
Le priorità e gli obiettivi principali
Taglio della pressione fiscale, semplificazione di prelievo, recupero della competitività, flat tax da realizzare nella legislatura, riduzione degli oneri burocratici complessivi e semplificazone della PA, sono alcune delle priorità indicate nel documento. Nella bozza si parla anche di necessità di una «profonda riforma del sistema giudiziario». Definita «occasione irrinunciabile» l’impiego dei fondi del Pnrr, come altrettanto importante sono le «misure di facilitazione all’acquisto della prima casa» e un trattamento pensionistico «decoroso» con «l’impegno ad aumentare gradualmente le pensioni minime fino a mille euro».
Altro obiettivo «far crescere il tasso di occupazione della popolazione attiva al Sud di almeno 15 punti in dieci anni e ridurre il divario esistente nel PIL pro capite tra il Mezzogiorno ed il resto d’ Italia». Non poteva mancare neanche il «potenziamento e il miglioramento qualitativo della rete infrastrutturale (Ponte sullo Stretto, Tav , linee ferroviarie minori , banda larga , porti commerciali e turistici), il recupero e la valorizzazione del territorio e lotta al dissesto idrogeologico; la valorizzazione capillare delle risorse culturali; il rilancio del sistema produttivo manifatturiero». No ai precedenti «vincoli ambientali eccessivi» attuati in passato dalle «forze della sinistra europea» responsabili di «mettere a rischio la competitività delle imprese a tutto vantaggio dei prodotti importati da altre parti del mondo».