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Fondazione Alleanza Nazionale, la sorella di Giorgia Meloni nel cda della cassaforte di FdI
La Fondazione Alleanza Nazionale, costituita il 18 novembre 2011, custodisce il patrimonio immobiliare e culturale dell’ex Msi: del primo fanno parte immobili per 27 milioni di euro e quasi 30 milioni in fondi di deposito bancari, del secondo lo storico simbolo della Fiamma tricolore, presente oggi nello stemma di Fratelli d’Italia. La Fondazione ha i suoi uffici e l’archivio in via della Scrofa 39, stesso luogo della sede nazionale di FdI e nell’organigramma, come scrive l’AdnKronos, è presente anche Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio e attuale responsabile del tesseramento del partito, subentrata a uno dei membri del board diventato ministro dopo le ultime elezioni.

Tra le ultime acquisizioni immobiliari un negozio in vicolo della Vaccarella a Roma
Come spiega Adnkronos, nel portafoglio immobiliare della fondazione, che presieduta da Giuseppe Valentino può contare anche su una liquidità di oltre un milione di euro, ci sono appartamenti e palazzi, sedi di sezioni, garage e scantinati in tutta Italia, «provenienti da contributi e risparmi dei militanti del vecchio Movimento sociale italiano, che hanno sempre garantito sonni tranquilli ad An». Tra le ultime acquisizioni un negozio situato in vicolo della Vaccarella a Roma, effettuato da Italimmobili, società che fa capo alla Fondazione Alleanza Nazionale.

Nel cda della fondazione ci sono i big di FdI, ma anche Gasparri e Bocchino
Per quanto riguarda i fondi di deposito presso vari istituti di credito, che investono prevalentemente in titoli di Stato, il deputato Antonio Giordano, vicepresidente vicario, ha detto all’Adnkronos: «Abbiamo preferito fare degli investimenti a lungo termine, è stata una scelta di estrema prudenza e trasparenza. Nessuna scelta arbitraria, nessuna banca amica, semplicemente le banche top italiane e la migliore in Europa». Nel dettaglio, i circa 30 milioni di euro di titoli immobilizzati, si legge nella nota integrativa, sono «fondi deposito presso la Banca popolare di Milano (4,75 milioni); Unicredit/Fineco (4,99 milioni); Intesa San Paolo/Fideuram (4,99 milioni); Deutsche Invest (5,45 milioni); Banca Generali (5,55 milioni); Unicredit Fondi 964 (1,89 milioni); Unicredit Fondi 618 (306 mila euro) e Bpm Fondi (2 milioni)». Nel cda della Fondazione An non compaiono solo i nomi di big Fdi, come Ignazio La Russa, Roberto Menia e Fabio Rampelli, ma anche Italo Bocchino – attuale direttore del Secolo d’Italia – ed esponenti di altri partiti di centrodestra come il forzista Maurizio Gasparri.

Per il vicepresidente Giordano il disavanzo di oltre un milione è «strutturale»
Il 31 dicembre 2022 la fondazione ha chiuso l’ultimo bilancio con un disavanzo di esercizio pari a 1 milione e 340 mila euro ma, come ha spiegato Giordano all’Adnkronos, non c’è alcun allarme: «Facciamo molta attività istituzionale per promuovere la cultura della destra italiana, attraverso varie iniziative ed eventi sul territorio, e lavoriamo tanto per la diffusione del Secolo d’Italia (di cui la Fondazione detiene il 100 per cento), che resta uno dei nostri principali costi, giornale online diventato nel tempo una delle testate di riferimento per l’intera area valoriale».