Foibe, l’Anpi contro le prefetture che hanno chiesto «iniziative in tutte le scuole»

Le prefetture hanno invitato le scuole e i sindaci a iniziare a programmare iniziative per il ricordo del massacro delle foibe. Lo hanno fatto con circolari già inviate e chiedendo un riscontro immediato, seppur senza il coinvolgimento del ministro dell’Istruzione. Secondo quanto raccontato da Repubblica, è stata ad esempio la prefettura di Potenza a portarsi avanti, a quattro mesi dal Giorno del ricordo, in programma il 10 febbraio. Una mossa che non è piaciuta all’Anpi. L’associazione nazionale dei partigiani italiani ha attaccato la circolare, chiedendo che sia ritirata.

La circolare: «Scongiurare di ridurre tutto a mera celebrazione»

Nel documento si legge che «per scongiurare il rischio di ridurre la solennità civile a una mera celebrazione» è stato previsto che le iniziative vengano organizzate già adesso. E dovranno essere promosse «presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado e che venga favorita da parte di istituzioni e enti la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende».

Pagliarulo: «Faziosa e strumentale»

Il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, ha definito la circolare «faziosa e strumentale», chiedendo che sia ritirata. E i partigiani in una nota hanno sottolineato: «Non è certo in discussione la condanna e la giusta memoria delle foibe, ovvero della tragedia dell’esodo, di cui alla legge sul Giorno del ricordo. Però non è vero che le foibe riguardarono solo gli italiani, che pure furono i più colpiti, e non è vero che si trattò di pulizia etnica».

Foibe, l'Anpi contro le prefetture che hanno chiesto «iniziative in tutte le scuole»
Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anci (Imagoeconomica).

E hanno proseguito spiegando che «la circolare inoltre ignora colpevolmente e consapevolmente la più complessa vicenda del confine orientale. Si ignora cioè l’aggressione italiana alla Jugoslavia del 6 aprile 1941, la repressione bestiale della resistenza locale a tale invasione da parte dei comandi militari italiani, le stragi dei civili in particolare sloveni, le colpe dei criminali di guerra italiani, il ruolo dei partigiani per la liberazione dell’Italia dall’invasore nazista, il lager triestino della Risiera di San Sabba, i crimini della X MAS sul confine orientale, i campi di concentramento fascisti in Italia, a Gonars e Visco, dove erano internati croati e sloveni. Così facendo e così ignorando, si deforma la storia».

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