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Filippo Facci denunciato dalla ex per stalking: «Non le sono piaciute delle mail»
Filippo Facci è stato convocato dalla Divisione anticrimine della questura di Milano a metà giugno e ha ricevuto un provvedimento di ammonimento per stalking, sulla base delle dichiarazioni della ex compagna. A renderlo noto è stata l’Agi. Il giornalista, al centro delle polemiche dopo le parole pronunciate sul caso La Russa, ha spiegato all’agenzia di stampa che «è un atto dovuto legato a delle mail che non le sono piaciute». L’ammonimento è un provvedimento che la legge prevede per tutelare una presunta vittima di stalking. Ha natura preventiva e tenta di evitare contatti tra la persone che riferisce di aver subito atti di persecuzione e il presunto stalker.
Facci: «Non le sono piaciute delle mail»
Il giornalista di Libero ha fornito all’Agi la propria spiegazione: «È un atto dovuto legato molto banalmente a delle mail che io e la mia ex moglie e madre dei miei figli ci siamo scambiati e che non le sono piaciute. È un atto amministrativo e impugnabile davanti al Tar il cui peso è talmente poco considerevole che non so nemmeno se lo impugneremo». Sui social e sui media rimbalzano le frasi dello stesso Facci, pronunciate un anno fa durante un’intervista al sito MowMag.com: «Sono un padre separato. Adesso non è una buona fase. Ma penso di essere un ottimo padre nella misura in cui mi sia concesso. Indovina chi non direbbe altrettant0». E nello stesso articolo, dichiara: «In vita mia è successo più di una volta che io abbia picchiato delle donne, ma è perché a loro piaceva. Sessualmente, dico. Poi se un giorno una si svegliasse e dicesse “non mi piaceva” sarei fregato».
Il Pd chiede alla Rai di interrompere il contratto
Il provvedimento è stato consegnato a Facci prima delle polemiche generate dal suo articolo sul figlio di Ignazio La Russa. Il giornalista ha difeso il terzogenito del presidente del Senato, Leonardo Apache La Russa, accusato da una 22enne di violenza sessuale, colpevolizzando la ragazza. Il 10 luglio anche il Pd, con i parlamentari Graziano, Bakkali, Furlan, Nicita, Peluffo, Stumpo e Verducci della commissione di Vigilanza sulla Rai, hanno interrogato la dirigenza della tv di Stato chiedendo «se ritenga ancora opportuno affidare una trasmissione televisiva al giornalista in questione, il cui comportamento è in aperta violazione e negazione delle responsabilità e dei compiti propri del servizio pubblico radiotelevisivo» e se «non sia opportuno interrompere ogni forma contrattuale e di collaborazione con Facci».