Femminicidio, le risposte inadeguate della politica e le contraddizioni dei partiti

L’onda emotiva che travalica i confini della cronaca e arriva dritto fino alla politica, colta ancora una volta in controtempo e costretta a mettere assieme qualche raffazzonato provvedimento giusto per piantare una bandierina, quando invece il fenomeno richiederebbe un approccio ben più strutturale. È quello che sta succedendo col femminicidio di Giulia Cecchettin per cui è accusato l’ex fidanzato Filippo Turetta, arrestato dopo una fuga finita in Germania. Un caso che ha colpito l’opinione pubblica sin dai primi giorni, quando dopo la ragazza risultava solo scomparsa e ancora si sperava di ritrovarla in vita, suscitando un coinvolgimento persino maggiore dell’ultimo recente episodio simile, quello dell’estate 2023 quando il barman Alessandro Impagnatiello ammazzò la compagna, per di più incinta, Giulia Tramontano. Nella bolla social e dentro i salotti televisivi non si parla d’altro: emergenza sociale, dittatura del patriarcato, cultura dello stupro. E i partiti potevano farsi scappare l’occasione per cavalcare il trend? Il problema è l’effetto scatenato, in alcuni casi paradossale. Con una sensazione di inadeguatezza bipartisan, dal centrodestra di governo all’opposizione.

Oggi è Giulia Cecchettin, ieri Giulia Tramontano: con le solite ricette e le promesse non si cambia
Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano.

L’opuscolo di Nordio, ma «con una grafica molto comprensibile»

Il primo “pannicello caldo” è stato quello proposto dal ministro della Giustizia Carlo Nordio: delle linee guida per mettere in guardia le donne, visto che «come nella mafia esistono i reati spia, così nei femminicidi ci sono gli atteggiamenti spia: sintomi di un possibile aggravamento di violenza». E in cosa consisterà in concreto questo intervento? Un opuscolo. Ma «con una grafica molto comprensibile». Da diffondere «in scuole, social, posti di lavoro».

Femminicidio, le risposte inadeguate della politica e le contraddizioni dei partiti
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Imagoeconomica).

Valditara e l’educazione sentimentale (non obbligatoria)

Poi è arrivato il suo collega di governo, il titolare dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha pensato di promuovere un’iniziativa sull’educazione sentimentale a scuola. Che però coinvolgerà solo gli istituti superiori e non sarà obbligatoria: un percorso di un’ora settimanale ed extracurricolare, in tutto quindi 12 incontri, per tre mesi l’anno, alla presenza di avvocati, psicologi, assistenti sociali e pesino cantanti, attori e influencer. Tra l’altro il ministro come consulente e coordinatore del progetto Educare alle relazioni ha scelto lo psicologo Alessandro Amadori. Autore, nel 2020, del libro La guerra dei sessi, volume in cui negava la violenza maschile sostenendo tesi cospirazioniste sul tentativo delle donne di dominare gli uomini. Pure la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella si è detta disponibile a lavorare a «una legge per l’affettività nelle scuole con l’opposizione». Anche se la sua posizione è chiara: «È fondamentale che le madri educhino i figli maschi» a rispettare le donne.

Femminicidio, le risposte inadeguate della politica e le contraddizioni dei partiti
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara (Imagoeconomica).

Lega e Fdi si erano astenuti sulla Convenzione di Istanbul

Non poteva mancare Matteo Salvini, che ha ricordato sui social come la sua idea sia «carcere a vita per gli assassini, con lavoro obbligatorio. Per stupratori e pedofili – di qualunque nazionalità, colore della pelle e stato sociale – castrazione chimica e galera. Questo propone la Lega da sempre, speriamo ci sostengano e ci seguano finalmente anche altri». Peccato che proprio il Carroccio e i suoi alleati di governo di Fratelli d’Italia siano talmente sensibili all’argomento da aver scelto, pochi mesi fa, di astenersi e non appoggiare le due risoluzioni del parlamento europeo che chiedevano l’adesione da parte dell’Unione europea alla Convenzione di Istanbul, il primo trattato internazionale legalmente vincolante sulla prevenzione e la lotta alla violenza di genere e domestica.

L’assist bipartisan di Schlein e le contraddizioni del Pd

E dall’altra parte, a sinistra, che si fa? Il Partito democratico di Elly Schlein ha addirittura offerto una tregua alla premier Meloni – dopo il gran rifiuto all’invito alla kermesse di Atreju – per scrivere in spirito bipartisan una legge per contrastare il femminicidio. Ipotizzando cosa? La creazione di un nuovo reato o di una aggravante? Un seminario obbligatorio in tutte le scuole, in stile Roccella? Il dubbio, anche qui, è che il fine sia solo legato a un mero tornaconto elettorale, con l’obiettivo di farsi vedere attivi dalla base sociale sensibile ai temi della parità e della violenza di genere. Si torna dunque sul punto della disparità tra una questione di così grande rilevanza culturale e il solito provvedimento d’urgenza, poco ragionato e inefficace. Una legge può davvero mutare o anche influire sul modello antropologico di una società?

Femminicidio, le risposte inadeguate della politica e le contraddizioni dei partiti
Elly Schlein (Imagoeconomica).

L’inasprimento delle pene non combatte la criminalità

I dem tra l’altro sono gli stessi che hanno attaccato il governo Meloni dopo la presentazione del disegno di legge “Sicurezza”, che prevede l’introduzione nel nostro ordinamento di nuove fattispecie di reato e un generale inasprimento delle pene per alcuni crimini minori ma considerati particolarmente “odiosi” e che si pensa possano creare allarme sociale: scippi in metropolitana, truffe agli anziani, blocchi stradali degli eco-attivisti. La critica delle opposizioni, condivisa in maniera quasi totale dagli addetti ai lavori che studiano il fenomeno, è che non si combatte la criminalità con l’inasprimento delle pene, e non si riduce l’incidenza di eventi criminosi con l’introduzione di nuovi reati. La società americana del resto è un esempio lampante e sotto gli occhi di tutti: neanche le più raffinate e crudeli pene capitali hanno aiutato a diminuire i tassi di violenza e criminalità. Ma all’improvviso la tragedia dell’uccisione di Giulia Cecchettin ha fatto dimenticare quelle critiche al Pd, pronto a contribuire per legiferare una norma ad hoc sul femminicidio. Opuscoli, libricini, seminari, qualche pena più severa: il rischio è che alla fine l’elefante partorisca solo il proverbiale topolino.

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