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Fagioli, le confessioni alla procura sulle presunte minacce e i prestiti da Gatti e Dragusin
Nicolò Fagioli, il primo calciatore di Serie A a essere indagato per la vicenda del calcioscommesse, ha deciso di patteggiare con la giustizia sportiva e ha ricevuto per questo una pena ridotta, 7 mesi di squalifica dal campo, cui si aggiungono 5 mesi di pena rieducativa voluti dalla Federcalcio, per un totale di 12 mesi e oltre a 12.500 euro di ammenda. Il calciatore della Juventus potrà tornare in campo il 18 maggio e, nel frattempo, ha parlato con la procura federale per raccontare come è nata e si evoluta la sua ludopatia, quali sono stati i suoi atteggiamenti e i pericoli che ha corso per via dei debiti di gioco accumulati. Sui giornali sono filtrate diverse cose dette alla giustizia dal giocatore, che però ha in parte smentito via social, prendendosela con la stampa. Ma andiamo con ordine.
Le presunte minacce: «Se non paghi ti spezziamo le gambe»
Il calciatore della Juventus avrebbe raccontato di come il suo problema con il gioco sia nato e cresciuto nel tempo. Fagioli a settembre 2022, appena rientrato dalla Cremonese alla Juventus, avrebbe accumulato un debito di 250mila euro. Ad accorgersi che qualcosa non andava era stata sua mamma che gli aveva consigliato di andare al Sert per farsi curare. «Io ci andai alcune volte», si legge nei verbali fatti emergere dalla procura federale.«Ebbi l’illusione di poterne fare a meno», ma così evidentemente non è stato e i debiti continuavano ad aumentare, malgrado la madre avesse il controllo del suo conto corrente. «Nel periodo successivo a settembre 2022 giocavo in modo compulsivo davanti alla tv su qualsiasi evento sportivo che stessi vedendo, calcio compreso… anche Serie B e Lega Pro», avrebbe ammesso Fagioli, prima di aggiungere: «Inizialmente giocavo sul tennis, poi da settembre 2022, poiché dovevo restituire somme ingenti a varie piattaforme, iniziai a scommettere anche sul calcio, per provare a recuperare». Così si arriva al 2023, quando il debito totale sarebbe stato di 3 milioni di euro, circa 3 volte il suo stipendio stagionale alla Juventus. «Aumentando il debito e ricevendo pesanti minacce fisiche, tipo ti spezzo le gambe, anche durante la notte pensavo solo di giocare per recuperare il mio debito».

I presunti debiti anche con i compagni Gatti e Dragusin, ma la Juventus non sapeva nulla
La mamma, come detto, controllava i conti del figlio e questo rappresentava un limite per la sua ossessione del gioco e per i debiti accumulati. Il calciatore avrebbe iniziato così, a ottobre 2022, a chiedere soldi ai suoi compagni. «Ho pianto per i debiti, ho chiesto soldi ai compagni», pare abbia detto lo juventino alla procura, spiegando anche di dover ancora restituire le somme avute in prestito. Il racconto nel dettaglio sarebbe questo: «Gatti mi prestò 40 mila euro. Ancora devo restituirglieli. Gli dissi che mi servivano per comprare un orologio. Anche Dragusin mi prestò 40 mila euro». I prestiti venivano accreditati «tramite bonifico alla gioielleria di Milano dove acquistavo gli orologi di lusso da consegnare ai gestori delle piattaforme», secondo la versione che avrebbe dato Fagioli. Malgrado la necessità di soldi fosse emersa con alcuni compagni di squadra, Fagioli avrebbe assicurato che la Juventus non era a conoscenza delle scommesse: «Lo sapevano solo mia mamma e qualche amico non calciatore». Poi ancora sulla Juve: «Dovevo rinnovare il contratto e temevo che una notizia del genere lo avrebbe impedito». Gatti (il cui nome è stato fatto da Fabrizio Corona) e Dragusin, al momento, sono comunque estranei all’indagine.

Fagioli poi tramite social se la prende con la stampa
Sul suo profilo Instagram, Nicolò Fagioli ha voluto ridimensionare tutte le sue dichiarazioni emerse sulla stampa, dicendo che avrebbe voluto iniziare con un messaggio di scuse verso i suoi compagni di squadra, la Juventus e tutti i tifosi di calcio e dello sport «per l’errore ingenuo» che ha commesso, ma che la priorità è diventata quella di difendersi dallo «schifo che scrivono i giornali». Cioè «persone solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità… o forse meglio, solo per conquistare due visualizzazioni in più. Presto parlerò».