Faenza, a 100 giorni dall’alluvione riapre l’edicola sommersa

Dietro il bancone della sua edicola ieri ha ricominciato a sorridere, dopo cento giorni dall’alluvione. «Ho riaperto finalmente, ma adesso c’è bisogno di ripartire davvero in una situazione che resta difficoltosa e ancora senza aiuti dallo Stato». A raccontarlo è Luca Alvisi, 38 anni, titolare dell’edicola di via Lapi a Faenza, circa duecento metri dal fiume Lamone, che quando ha rotto l’argine la notte tra il 16 e il 17 maggio ha sommerso tutto sotto sei metri d’acqua per un giorno e mezzo, poi ha lasciato la melma.

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«Il mio lavoro mi è mancato molto»

«Ieri è stata una giornata bella, pienissima, è venuto anche il sindaco, tanti cittadini, amici, clienti a trovarmi, sono stato molto contento» – confida Luca – «Ero emozionato perché mi è mancato molto il mio lavoro». L’edicola è stata distrutta dall’alluvione, ma Alvisi fin da subito ha avuto chiaro il desiderio di riaprire la sua attività, quel sogno realizzato 14 anni fa quando era riuscito a rilevarla, proprio l’edicola dove andava da bambino a comprare le figurine, fino a riqualificarla completamente nel 2020.

«Dallo Stato nessun aiuto»

«Ero partito fortissimo i giorni dopo il disastro. Mi dicevo: puliamo tutto, sistemiamo e andiamo avanti. Ho lanciato un crowdfunding per riaprire l’edicola quando mi sono reso conto delle difficoltà e ci sono state persone generose che ci hanno aiutato. Le donazioni sono arrivate a circa 7-8 mila euro. Ma dallo Stato nulla». Non nasconde la delusione perché «proprio lasciati soli così dallo Stato non va bene» – insiste – «Mi auguro ci rimborsino i danni, un aiuto sarebbe importante; sono un po’ sconfortato dall’atteggiamento che hanno tenuto finora».

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