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Europee, i progetti di Forza Italia per il tridente Formigoni-Albertini-Moratti
Roberto Formigoni candidato alle Europee 2024? L’ipotesi stuzzica Forza Italia. Dal canto suo il Celeste prende tempo. Del resto potrebbe terminare di scontare la pena a cinque anni e 1o mesi per corruzione per la vicenda Maugeri-San Raffaele a fine novembre e solo allora la riserva sarà sciolta. Per adesso, come ha ammesso l’ex governatore lombardo all’Adnkronos, «quello che posso dire è che la politica continua a essere un mio grande interesse». Al suo fianco ritroverebbe la figliol prodiga Letizia Moratti e l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini. Il tridente con cui Antonio Tajani vuole puntellare la sua squadra politica ha tutta l’aria di una grande “operazione nostalgia” che richiama ai ruggenti Anni 90 e primi Duemila in cui Forza Italia era perno non solo del centrodestra nazionale ma anche del potere milanese.

Con il tridente di ex Forza Italia cerca di riconquistare i moderati e i civici del vecchio feudo lombardo
Un obiettivo che non è certo sfuggito al 73enne Albertini. Nonostante escluda a causa dell’età una sua candidatura, si è detto però disposto a lavorare per ridare ossigeno a Fi coagulando intorno a un nuovo progetto «veterani e nuove reclute». «Con Moratti e Formigoni potremmo considerarci senza falsa modestia per i ruoli ricoperti dei consoli, veterani se ci hanno chiamato dalla riserva a tenere l’aquila della legione», ha dichiarato recentemente. Soprattutto in un partito orfano del suo padre padrone: «Siamo più appetibili dei lampadari appesi al soffitto con il prezioso e indispensabile chiodo di bronzo che era Berlusconi». E se l’ex sindaco di Milano, nelle intenzioni di Tajani, è il testimonial perfetto del “buon governo” con cui attrarre civici e professionisti che non si riconoscono nella Lega e in Fratelli d’Italia, il duo Moratti-Formigoni ha l’obiettivo di ridare una casa a molti centristi, conservatori e cattolici partendo da un rinnovato patto tra il partito fondato dal Cav e Comunione e Liberazione. Approfittando della mancata intesa dei ciellini con il partito di Giorgia Meloni.

L’emarginazione di Cl da parte di FdI
La percezione infatti è che dopo un lungo corteggiamento a Milano tra Cl, già rivale della Lega, e Fratelli d’Italia non sia sbocciato l’amore. In città e in Lombardia i big meloniani, dal duo di colonnelli Ignazio La Russa-Daniela Santanché a Carlo Fidanza, si sono spartiti spazi e zone d’influenza, lasciando ben poco spazio ai ciellini i cui nomi forti oggi, a parte l’ex ministro Mario Mauro, si contano sulle dita di una mano (chiusa). Il mondo che fa riferimento all’area cattolica ha avuto così pochi spazi di espressione: in parlamento, tra i pochi atti in linea con la visione politica ciellina si segnalano solo due decreti del ministro dell’Istruzione che hanno esteso anche alle paritarie la possibilità di accedere ai fondi del Pnrr riguardanti la formazione di studenti e docenti, la transizione digitale e il miglioramento delle competenze linguistiche e consentito ai docenti di ottenere più rapidamente l’abilitazione grazie agli emendamenti del deputato Fdi Lorenzo Malagola, già segretario generale della Fondazione De Gasperi, e da Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati e tra gli ultimi ciellini vecchio stampo in Parlamento. Un po’ poco per cantare vittoria.

Il possibile ritorno in scena di Formigoni a 40 anni dal suo debutto in politica
Per questo Moratti e, soprattutto, Formigoni hanno un preciso scopo: ricostruire il vecchio sistema di potere lombardo e restituire peso elettorale a Forza Italia proprio in quello che fu il suo feudo. E le Europee sono un test perfetto. Tornando al Celeste, nel 2024 festeggerà il quarantesimo anniversario del suo esordio in politica quando trascinato dall’alleanza tra Cl e la corrente andreottiana della Democrazia Cristiana, proprio alle Europee del 1984, fu eletto a Strasburgo con 450 mila preferenze, risultando il più votato del partito. Da lì iniziò una carriera che lo avrebbe portato, 40enne, a essere eletto deputato nel 1987, poi regista dei Cristiano Democratici Uniti assieme a Rocco Buttiglione e, dal 1995 al 2013, presidente di Regione Lombardia. Un ventennio terminato con la sua caduta. Oggi Formigoni sta finendo di scontare la pena insegnando italiano alle suore straniere dell’istituto Piccolo Cottolengo Don Orione. Poi a fine mese, chissà, potrebbe ripartire dall’Eurocamera dove la sua ascesa ebbe inizio. A conferma della tendenza tutta italiana di guardare il futuro volgendo lo sguardo al passato.