Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
Ermal Meta sullo stupro di Palermo: «Vi auguro di finire sotto 100 lupi»
Il caso dello stupro di gruppo ai danni di una ragazza 19enne a Palermo sta facendo discutere ovunque, anche nel mondo dello spettacolo italiano: tra gli altri, a essersi espressi con toni duri c’è stato anche il cantautore Ermal Meta, le cui parole social però non sono state apprezzate proprio da tutti.
Ermal Meta sullo stupro di gruppo a Palermo: «Vi auguro di finire sotto 100 lupi»
«Lì in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi cani auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos’è uno stupro», con queste parole l’artista di Non mi avete fatto niente ha commentato il caso di cronaca, ricevendo perlopiù reazioni positive, ma anche qualche critica. Un’utente per esempio ha ripreso il discorso con toni piuttosto duri, commentando: «È molto importante il concetto di responsabilità collettiva rispetto alla vicenda dello #stupro di #Palermo. E la differenza con la colpa. Basta leggere le risposte sotto a questo tweet orribile di Ermal Meta per capire quanto il problema sia nella società in cui viviamo». Le parole di Ermal Meta, che all’ultimo repost dell’utente in questione ha risposto a sua volta per le rime, hanno trovato anche la replica di un personaggio ben più noto, Francesca Barra, che sul suo profilo Instagram si è sentita in dovere di esprimere il suo punto di vista.
Di orribile c’è quello che hanno fatto, di orribile c’è il trauma che quella ragazza probabilmente si porterà dietro per molto tempo, di orribile c’è la madre di uno di loro che cerca di far passare per una poco di buono la vittima, di orribile c’è la mancanza totale di empatia,… https://t.co/pOGQOqUz0v
— Ermal Meta (@MetaErmal) August 20, 2023
Francesca Barra: «Il mondo non si rimette a posto pensando che uno valga uno»
Riportando gli ultimi tweet di Ermal Meta su Instagram, la giornalista e moglie di Claudio Santamaria ha scritto: «Io capisco la rabbia di Ermal Meta e di molti commentatori. Lo stupro è un delitto dell’anima e del corpo che denota la miseria umana: la mancanza di educazione, di cultura, di rispetto, di giustizia. Tuttavia il mondo non si rimette a posto pensando che “uno valga uno”, che la vendetta o la tortura siano l’unica strada percorribile. Quando intervistai @donclaudio_kayros, i ragazzi in carcere, la moglie del carabiniere che ha perdonato l’assassino di suo marito contribuendo, con la mamma, a un percorso di recupero, ho imparato, attraverso persone più alte di me, che l’istinto è un male».

E ancora: «Non voglio litigare con Ermal Meta, ma sono certa che persone sensibili come lui potrebbero utilizzare la propria visibilità per andare a fondo, lavorare per una prevenzione culturale attraverso la propria notorietà. Rimanendo umano e difendendo quel diritto all’umanità che viene reciso con lo stupro, ma anche con queste soluzioni. Ti macchi dello stesso crimine». La riflessione di Barra sul caso è nata a partire da un ricordo doloroso, il racconto di uno stupro ai danni di una ragazzina di soli 13 anni da parte di un gruppo di uomini che venne, in qualche modo, giustificato da alcune persone del suo paese.