Eminem vieta al repubblicano Vivek Ramaswamy di usare la sua musica

Da sempre aspro oppositore di Donald Trump, contro cui ha composto anche brani di protesta, Eminem si è scagliato contro un altro candidato del Partito repubblicano. Il rapper di Detroit ha infatti vietato, mediante una lettera formale dell’associazione per il copyright Bmi, a Vivek Ramaswamy di utilizzare la sua musica nei comizi elettorali. Privo di alcuna esperienza politica, l’imprenditore e miliardario 38enne di origini indiane è infatti solito intonare alcuni brani del cantante di Detroit dal palco dei suoi comizi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata il 12 agosto, quando in Iowa ha rappato i primi versi di Lose Yourself, traccia cult di Eminem. «D’ora in poi, Bmi considererà qualsiasi esecuzione come violazione sostanziale dei diritti», si legge nella lettera pubblicata per la prima volta dal Daily Mail. Tramite un suo portavoce, Ramaswamy ha detto di aver accettato le condizioni del rapper.

Vivek Ramaswamy, chi è il candidato repubblicano che canta i brani di Eminem

Classe 1985, nato a Cincinnati, Vivek Ramaswamy è figlio di due immigrati indiani. Dopo aver frequentato un liceo cattolico nella sua città, ha studiato ad Harvard dove si è laureato in biologia prima di frequentare i corsi di legge a Yale. Proprio durante l’università si avvicinò a Eminem, iniziando a cantarne i brani per i corridoi facendosi chiamare Da Vek. «L’idea di perdente, verso cui la gente ha poche aspettative, mi ha fatto sentire come lui», ha detto al Times. Imprenditore e miliardario del settore farmaceutico grazie alla sua azienda Roivant Sciences, è il più giovane candidato repubblicano per Usa 2024. In campagna elettorale si è espresso a favore dell’innalzamento dell’età minima per votare a 25 anni per un «rilancio del dovere civico in America». Quanto alla guerra in Ucraina, come ha sottolineato la Bbc, è convinto che Kyiv debba fare «importanti concessioni» per porre fine al conflitto.

Ramaswamy aveva intonato Lose Yourself in Iowa. Dopo McCain e Trump, è solo l'ultimo repubblicano cui gli artisti vietano la propria musica.
Il candidato repubblicano Vivek Ramaswamy (Getty Images).

Convinto inoltre che l’alleanza fra Russia e Cina costituisca il più grave pericolo per gli Usa, ha chiesto un «impegno per non consentire all’Ucraina di entrare nella Nato». Quanto invece alla politica interna, Vivek Ramaswamy è favorevole alla cancellazione dell’Fbi, «ridondante rispetto alle funzioni già svolte da altre autorità». Si è poi espresso, durante un’intervista al The Atlantic, anche sull’11 settembre 2001, dicendosi convinto che il governo ha detto «una serie di bugie sugli attentati».

Da Trump a McCain, gli altri divieti musicali ai repubblicani

Il caso di Eminem con Ramaswamy è solo l’ultimo di una lunga lista che ha portato gli artisti a vietare ai repubblicani le licenze per le proprie canzoni. Nel 2008, i Foo Fighters di Dave Grohl attaccarono John McCain per aver usato la loro My Hero durante un comizio elettorale. Non andò meglio nemmeno con Jackson Browne, che vietò a McCain di utilizzare la canzone Running on Vacuum. Ben più ampia la lista di lettere ricevute invece da Donald Trump. Il primo a negargli la sua musica fu Steven Tyler, frontman degli Aerosmith, già nel 2015 quando il tycoon sfruttò Dream On nei suoi comizi. Negli anni hanno poi fatto lo stesso Neil Young, i Queen e persino Elton John, che non gradì di sentire le sue Rocket Man e Tiny Dancer sui palchi elettorali. Contrari all’utilizzo della loro musica anche Adele, i Rolling Stones, Prince e Pharrell Williams.

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