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Emanuela Orlandi, spunta la pista dello zio Mario Meneguzzi. Pietro: «Senza vergogna»
A distanza di oltre 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, continuano a susseguirsi piste e ipotesi su quello che potrebbe essere accaduto il 22 giugno 1983, giorno in cui della cittadina vaticana si persero per sempre le tracce. Dopo la pista del rapimento collegato al terrorismo internazionale e quella del coinvolgimento della banda della Magliana, spunta una nuova ipotesi che vede coinvolto un familiare di Emanuela. Si tratta in particolare dello zio Mario Meneguzzi, oggi defunto, che secondo il Vaticano potrebbe aver avuto un ruolo nella sparizione della nipote.
Le presunte molestie dello zio alla sorella di Emanuela Orlandi
Meneguzzi era il marito di Lucia Orlandi (sorella di Ercole, padre di Emanuela) che inizialmente tenne i rapporti telefonici, per conto della famiglia, con le persone che sostenevano di aver sequestrato la ragazza. La sua figura è stata più volte sondata nel corso degli anni, ma ora compare in un carteggio consegnato dalla procura della Santa Sede a quella di Roma. Nello scambio in questione, di cui ha dato notizia il TgLa7, si fa riferimento a presunte molestie da parte di Mario a Natalina, sorella maggiore di Emanuela. In particolare, l’allora segretario dello Stato pontificio Agostino Casaroli scrisse una lettera a un sacerdote inviato in Colombia, a lungo confessore degli Orlandi, chiedendo conferma del fatto che Natalina gli avesse rivelato di essere stata molestata dallo zio. Questa la risposta ottenuta dal religioso: «Sì, è vero. È stata oggetto di attenzioni morbose da parte dello zio, me lo confidò terrorizzata. Le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, l’aveva fatta assumere qualche tempo prima».
La pista familiare venne esclusa tempo fa dalla magistratura italiana
L’ipotesi è dunque che l’uomo possa aver riservato lo stesso trattamento a Emanuela, ma la pista familiare è già stata vagliata ed esclusa diversi anni fa. In un primo momento Meneguzzi, come altri parenti della 15enne, venne monitorato dalla Polizia e successivamente ascoltato dagli inquirenti, ma il coinvolgimento dei parenti venne scartato quando Papa Wojtyla parlò prima pubblicamente di rapimento e poi in privato di pista del terrorismo internazionale.
Pietro Orlandi: «Una carognata, voglio incontrare il Papa»
Indignata la reazione di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, alla notizia. «Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così. Nessuno ha chiamato né me, né mia sorella, né i figli di mio zio. Non siamo stati chiamati dalla procura di Roma da nessuno. Mi auguro che questa commissione parlamentare parta e svergogni chi oggi miserabilmente ci ha infangato», ha dichiarato all’Adnkronos aggiungendo di voler chiedere un incontro col Pontefice. E ancora, su Facebook: «Hanno deciso di scaricare tutto sulla famiglia, senza vergogna, senza vergogna, mi fanno schifo». Ha quindi annunciato l’organizzazione di una conferenza stampa, in programma per oggi (11 luglio) alle 16 presso l’Associazione della Stampa Estera a Roma, per chiarire il punto di vista della famiglia in merito alle nuove notizie. Sarà presente anche la stessa Natalina.